Primavera anticipata e mimose fiorite sotto l’anticiclone nordafricano, implicazioni climatiche, rischi agricoli e siccità in una terra in bilico
Da nord a sud, l’Italia è già immersa nella primavera, con le mimose che sbocciano in anticipo grazie all’arrivo dell’anticiclone nordafricano. La Coldiretti ha monitorato gli effetti di questa insolita situazione climatica, rilevando temperature fino a 20 gradi che hanno anticipato di oltre un mese il risveglio della natura. Non solo la Puglia e la Liguria, ma anche in Calabria le mimose si preparano a sbocciare.
Le alte temperature registrate, spiega la Coldiretti, stanno portando la natura a uno stato di confusione, stimolando il risveglio precoce delle piante con fioriture fuori stagione. Questo fenomeno, comporta il rischio di danni alle coltivazioni, poiché un successivo calo delle temperature potrebbe compromettere i raccolti.
La situazione è resa ancora più critica dalla presenza di popolazioni di insetti dannosi per le colture, che, grazie al clima mite, sopravvivono e minacciano di attaccare i raccolti nella prossima primavera. La Coldiretti sottolinea che l’inverno mite e privo di piogge ha già portato a una temperatura superiore di quasi due gradi rispetto alla media storica.
La siccità è un altro elemento preoccupante, evidenziato dalla mancanza di neve in molte zone dell’arco alpino e sulla dorsale appenninica. La situazione di stress idrico, secondo la Coldiretti, si intensifica man mano che ci si sposta verso il Sud, con un picco nelle isole. Questa condizione, fuori dall’ordinario per il mese di gennaio, solleva ulteriori preoccupazioni per il settore agricolo.
La Sicilia non è immune dagli effetti del clima anomalo. Secondo le analisi della Coldiretti basate sui dati del Dipartimento Regionale dell’Autorità di Bacino del Distretto Idrografico Sicilia, gli invasi idrici nell’isola a gennaio 2024 sono inferiori di ben 63 milioni di metri cubi, registrando un calo del 13% rispetto all’anno precedente.
La carenza di pioggia sta causando problemi nei pascoli, con una scarsità di fieno e difficoltà nello sviluppo degli ortaggi. La situazione è particolarmente critica per colture come le arance e le insalate. La Coldiretti sottolinea che questa scarsità di risorse idriche è un segnale allarmante, poiché il clima estremo sta diventando una costante negli ultimi anni.
La classifica degli anni più caldi degli ultimi due secoli, secondo la Coldiretti, vede il 2023 al primo posto, seguito dal 2022, 2018, 2015, 2014, 2019 e 2020. I danni provocati da eventi meteorologici estremi e dalla siccità nell’agricoltura hanno superato i 6 miliardi di euro lo scorso anno, evidenziando la crescente vulnerabilità del settore agricolo alle variazioni climatiche.