Un’iniziativa condivisa tra il Parco Nazionale dell’Aspromonte e 16 parchi italiani per preservare il patrimonio naturale e promuovere una coesistenza armoniosa tra l’uomo e il lupo
Il Parco Nazionale dell’Aspromonte, insieme a 16 parchi italiani, sta attuando il progetto “WOLFNExT: Parchi a sistema per il futuro del Lupo in Italia,” che mira a monitorare e proteggere il lupo all’interno delle aree protette. Questo ambizioso progetto è stato avviato a febbraio del 2023 e viene condotto dall’Associazione Ge.Co di Lamezia Terme, vincitrice del bando indetto dal Parco, con finanziamenti provenienti dalla Direttiva “biodiversità” 2021 del Ministero della Transizione Ecologica.
L’obiettivo principale del progetto è raccogliere dati fondamentali per la promozione di azioni di conservazione e gestione della specie, tra cui la lotta al bracconaggio, la scoperta di individui ibridi e la promozione di iniziative volte a garantire una coesistenza pacifica tra l’umanità e questi magnifici predatori.
Un team di zoologi esperti, con un decennale background nella ricerca sulla specie, sta attualmente impegnato in operazioni di monitoraggio che includono la raccolta di campioni biologici all’interno del territorio del Parco. Per individuare escrementi dai quali estrarre il DNA, è stata creata una rete di percorsi standard all’interno dell’area protetta, che viene costantemente perlustrata. I campioni vengono raccolti in provette apposite e inviati all’ISPRA per le analisi genetiche non invasive.
Queste attività consentono di determinare il numero minimo di individui presenti, esplorare i legami di parentela e identificare la presenza di individui ibridi.
Durante la stagione invernale, gli zoologi hanno impiegato la tecnica del “snow-tracking,” un metodo di campionamento non invasivo che segue le impronte dei lupi sulla neve, permettendo di tracciare i loro spostamenti. Questo metodo ha permesso di stimare il numero minimo di individui nei branchi identificati e fornire informazioni dettagliate sulle distanze percorse e sulle aree frequentate dalla specie.
Nel periodo estivo, il team si è avvalso del “wolf-howling” o “ululato indotto.” Questa tecnica sfrutta la tendenza naturale dei lupi a rispondere agli ululati emessi da altri individui. L’obiettivo è di emettere ululati preregistrati per indurre la risposta vocale dei branchi di lupi presenti sul territorio. Questo metodo segue il protocollo sviluppato da Harrington e Mech in Minnesota, adattato al contesto appenninico, e mira a identificare il numero minimo di branchi riproduttivi e i siti di allevamento.
Per ottenere ulteriori informazioni, sono state posizionate sul campo delle fototrappole, macchine fotografiche che scattano in risposta al movimento. Queste fototrappole possono fornire dati preziosi sul numero minimo di individui per branco, la riproduzione e la presenza di individui con caratteristiche fenotipiche atipiche.
Il progetto “WOLFNExT – parchi a sistema per il futuro del lupo in Italia” ha una durata di due anni e mira anche a studiare i danni causati dai canidi nel territorio del parco. Questa analisi mirata sarà la base per futuri interventi mirati a ridurre l’impatto della specie sulla zootecnia e promuovere una coesistenza pacifica tra i lupi e gli allevatori di bestiame.
Inoltre, il progetto conta sull’importante contributo volontario dell’associazione MedAmbiente (gruppo Asprotrek) di Marina di Gioiosa Ionica, che mette a disposizione la propria attrezzatura e il supporto di alcuni soci adeguatamente formati dagli esperti sia in aula che sul campo. Grazie a questa collaborazione, il progetto ha maggiori possibilità di successo nel raggiungere i suoi nobili obiettivi di conservazione e protezione del lupo in Italia.
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