Pubblicato nell’ultimo numero del Giornale Italiano di Igiene Industriale e Ambientale, rivista scientifica dell’AIDII (Associazione italiana degli Igienisti Industriali), un articolo che relaziona sulla ricerca svolta dall’Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria) nell’ambito della campagna regionale di misura della concentrazione di attività di radon in ambienti indoor.
La ricerca, già presentata nel 2019 nel corso della convention nazionale delle Arpa con l’Associazione Italiana di radioprotezione (AIRP) a Stresa (VA) e successivamente al convegno della stessa AIDII a Lamezia Terme, riferisce delle procedure adottate in un caso specifico riscontrato dall’Arpacal nel comune di San Calogero in provincia di Vibo Valentia; nel locale edificio scolastico, e più precisamente nel seminterrato dove aveva sede la palestra ed altri locali, erano stati infatti riscontrati valori di radon superiori a ciò che prevede la normativa di settore. Da qui la procedura di posta in essere per le cosiddette azioni di mitigazione del rischio radon in ambienti di vita, determinando a conclusione della stessa il ritorno nei valori di norma.
La particolarità di questa ricerca, al di là della procedura di mitigazione ordinariamente applicata dall’Arpacal anche in altri casi verificatisi nel territorio regionale, sta che gli autori della stessa ( la dr.ssa Filomena Casaburi, dirigente del laboratorio bionaturalistico del dipartimento provinciale di Catanzaro, il dr. Salvatore Procopio fisico del laboratorio “E. Majorana” del dipartimento provinciale di Catanzaro, l’ing. Pietro Paolo Capone del Dipartimento provinciale Arpacal di Vibo Valentia, e il perito industriale Salvatore Ferro, del Servizio Patrimonio della Direzione Amministrativa Arpacal ) propongono una riflessione sui costi, sia in termini economici e sia strettamente legati all’impatto sull’ambiente, che operazioni di tale portata possono provocare.
Attingendo, quindi, ad indicatori offerti dalla comunità scientifica internazionale, sia per l’impatto economico e sia ambientale, gli autori hanno dimostrato che anche una operazione “corretta e puntuale, codificata peraltro dalla normativa di settore, abbia un suo impatto importante sull’ambiente, anche se il ripristino dell’agibilità dei locali e la tutela della salute dei lavoratori e studenti di quella scuola abbiano rappresentato la priorità da raggiungere”. L’intendimento degli autori con questa riflessione, presentata proprio all’Associazione italiana degli igienisti industriali – che si occupa di proporre la pianificazione di interventi di risanamento ambientale in aree industriali – è quindi quello di ragionare insieme sulla efficacia delle azioni di mitigazione pensando anche al loro impatto sull’ambiente. “Mi sembra più che opportuno – ha dichiarato il Direttore generale dell’Arpacal, dott. DomenicoPappaterra – che vi sia un dibattito sul peso che le nostre azioni, anche se di mitigazione di altri rischi, hanno sull’ambiente che ci circonda. Ancor più se il dibattito nasce dalle Agenzie regionali per l’ambiente. La sostenibilità è anche questo”.