Con l’invio delle comunicazioni di rito ai Comuni calabresi, è iniziata nei giorni scorsi l’annuale campagna di raccolta dati sulla produzione di rifiuti – riferita al 2020 – a cura del Catasto regionale rifiuti dell’Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria).
Una data storica, per certi versi, perché questa sarà l’ultima campagna che prevede il ricorso ad una modalità “vecchio stile” nell’acquisizione delle informazioni dai Comuni. Già per la produzione dei rifiuti 2021, infatti, i Comuni calabresi sono stati dotati dalla Regione Calabria, con la collaborazione del CONAI, del software denominato STR Calabria – My SIR, ossia il Sistema di Tracciamento dei Rifiuti che permette ad ogni municipalità di caricare in tempo reale i dati, che popoleranno un database al quale l’Arpacal accederà anch’essa sul momento per procedere alle verifiche di competenza.
È sul tema delle verifiche, tra quanto dichiarato dal Comune e quanto accertato dall’Arpacal ricorrendo ai dati prodotti dalle piattaforme di trattamento dei rifiuti, che alcune volte sono sorte delle criticità. Ecco perché il Catasto regionale che fa capo al Centro Controlli Ambientali e Rischi, diretto dal dr. Clemente Migliorino, della Direzione scientifica dell’Arpacal, nell’avviare la campagna in corso, si è sincerato di sottolineare ai Comuni calabresi di essere molto precisi nelle dichiarazioni, e quindi nei numeri forniti, in base a quanto regolamentato dalla delibera di Giunta regionale n. 226 del 29 maggio 2017 che ha approvato appunto il Regolamento sul metodo per il calcolo della percentuale di raccolta differenziata.
“I quantitativi RD/RU (rifiuti differenziati/rifiuti urbani , ndr) indicati – scrivono infatti dal Catasto – devono rappresentare una situazione reale e veritiera, avendone verificato l’effettiva destinazione finale e la corrispondenza a quelli del soggetto gestore. Tali dati devono essere debitamente certificati ai sensi della vigente normativa. Per i dati RD/RU 2020 è da utilizzare il sistema ad oggi in uso, ossia la trasmissione del format e/o del MUD (Modello Unico di Dichiarazione Ambientale ,ndr), mentre per l’anno 2021 si farà riferimento al nuovo sistema di tracciabilità STR CALABRIA – MYSIR”.
I Comuni calabresi, oltre a inviare i dati suddivisi per categoria merceologica e quindi per codici EER (nuova denominazione dei vecchi codici CER), dovranno indicare le piattaforme presso le quali hanno effettivamente consegnato quella tipologia di rifiuto differenziato; ciò permetterà controlli incrociati più efficaci ed una speditezza maggiore nella verifica dei dati trasmessi dai Comuni. In mancanza di questo dato il quantitativo di rifiuti indicato sarà escluso dal conteggio.
Tornando al Sistema di Tracciabilità regionale dei rifiuti, approvato con delibera di Giunta regionale n. 146 del 15 Aprile 2021, con la collaborazione del CONAI l’applicativo STR Calabria My SIR diventa obbligatorio per i Comuni che sono già da ora chiamati ad inserire i dati dei rifiuti prodotti per questa annualità 2021, andando a sostituire il vecchio sistema di trasmissione dati.
STR Calabria My Sir, come anche rappresentato nelle giornate di formazione CONAI svolte nel mese di Aprile ai funzionari delegati dei Comuni calabresi, che non determina comunque la certificazione della percentuale RD, che invece resta subordinata all’attività di controllo e verifica da parte dell’Arpacal secondo quanto stabilito dalla DGR 226/2017.