A Riace sono stati avviati gli scavi archeologici subacquei per esplorare e tutelare il patrimonio sommerso, con il sostegno del Ministero della Cultura e il supporto dei Carabinieri subacquei
Il Sottosegretario alla Cultura, Lucia Borgonzoni, ha annunciato l’avvio delle attività di scavo archeologico subacqueo nei fondali marini antistanti la frazione di Riace, nel Reggino. L’iniziativa è stata avviata dal Segretariato Regionale del Ministero della Cultura per la Calabria e dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Reggio Calabria e Vibo Valentia, con il coordinamento di un archeologo subacqueo del Ministero e il supporto tecnico del Nucleo Carabinieri subacquei di Messina.
Il progetto segue le indagini strumentali realizzate precedentemente nell’ottobre 2022 e nella primavera del 2024 e segna un’importante fase nell’esplorazione e valorizzazione del patrimonio archeologico sommerso, un tesoro in gran parte ancora sconosciuto. Le attività si concentrano sui fondali marini di Riace, noti per essere un’area di grande interesse storico e archeologico, come testimoniato anche dalle celebri statue dei “Bronzi di Riace”, rinvenute nel 1972.
In particolare, gli scavi subacquei a Riace sono realizzati attraverso l’utilizzo di una “sorbona ad acqua”, una tecnologia che permette di scavare con precisione i sedimenti del fondo marino, rimuovendo circa 2,5-3 metri cubi di sedimento all’ora. Una volta completate le attività, il Ministero della Cultura prevede di pubblicare una selezione di immagini sui propri canali social, dando visibilità a un lavoro che si propone non solo di scoprire, ma anche di proteggere il patrimonio storico sotto le acque.
Le campagne di scavo sono finanziate interamente con fondi del Ministero della Cultura, a testimonianza dell’impegno per la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio archeologico italiano. Come sottolineato da Borgonzoni, i fondali marini del nostro Paese sono custodi di un patrimonio inestimabile, che necessita di essere scoperto e, soprattutto, tutelato, al fine di preservarlo per le generazioni future.
Il progetto rappresenta quindi un passo importante nella continua ricerca e nel rafforzamento della tutela di un patrimonio che può ancora rivelare molte sorprese, aumentando la conoscenza della storia e della cultura che affonda le sue radici nelle acque del Mediterraneo.
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