Lo abbiamo chiesto al meterologo Stefano Bernardi
Si parla tanto di cambiamento climatico indotto dall’uomo e degli effetti che a causa dello stesso già si promanano a svantaggio dell’ambiente che ci circonda.
Ci si chiede, a tal proposito, se tra questi possa essere annoverata la siccità che sta colpendo duramente l’Italia e che, non a caso, l’abbiamo definita bibblica viste le conseguenze che sta purtroppo producendo.
Per capirci qualcosa di più abbiamo voluto rivolgere alcune domande al noto meteorologo Stefano Bernardi.
Bernardi, cosa sta accadendo al clima europeo in generale e italiano in particolare?
Negli ultimi anni stiamo assistendo ad un fenomeno che normalmente non accadeva così frequentemente nel passato.
A seguito di ondulazioni nord atlantiche, polari e finanche artiche, la famigerata alta pressione delle Azzorre non riesce più a garantire il suo contributo in quell’equilibrio climatico che per molti anni ha caratterizzato il clima in Francia, penisola iberica e Italia.
Capita così che irruzioni di aria fredda preferiscono seguire una traiettoria diretta proprio in quella zona dell’Atlantico, appunto le Azzorre, dove l’alta pressione la faceva da padrona.
Questo stato di cose porta ad una risposta dinamica sul comparto euro- occidentale di tipo alto pressorio, spesso corredata da una matrice africana”.
Sarà strano ma sembra che piova più a Sud che al Nord non crede?
” È vero. Fortunatamente l’alta pressione dinamica che sta prevalentemente occupando le scene nel territorio italiano lascia, ai suoi margini sud-orientali, spazi per infiltrazioni di correnti fredde e/o sud occidentali. Esse, attraverso la complicità del Mar Mediterraneo, riescono a produrre sistemi nuvolosi che, seppur non rappresentino vere e proprie perturbazioni ma corpi nuvolosi frutto di interazioni tra masse d’aria differenti o, come sempre più spesso accade, conseguenze di un mare sempre più caldo, sono capaci di produrre intensi corpi nuvolosi e conseguenti nonché notevoli accumuli precipitativi “.
Eppure sembra non siano mancate le perturbazioni atlantiche
Anche questo è vero. Tuttavia la direzione Nord-ovest tendenti a Sud-Est tenuta prevalentemente dalle stesse hanno impattato contro il muro naturale offerto dalla catena alpina. Ciò ha generato, a seguito della compressione adiabatica che in tali casi si viene a produrre, venti di Fohen che, di fatto, hanno compromesso la condensazione del vapore acqueo e quindi sfavorito la produzione di nuvole, ovvero di piogge.
In sostanza, soprattutto sul Nord Ovest italiano, si è creata una vera e propria ombra pluviometrica. Di qui la siccità in Pianura Padana.”
Bernardi Lei da anni sta calamitando l’attenzione con il suo modo di fare previsioni del tempo impostate sulla parola prevenzione. Nelle sue dirette facebook, sempre più seguite ed apprezzate, ha sempre esortato a prestare massima attenzione alle dinamiche antropiche. Cosa si sente di invitare a fare per invertire la rotta e magari riportare indietro le lancette dell’orologio?
È una domanda alla quale troverei oggettive difficoltà a far seguire una risposta senza il suffragio di dati scientifici. Una cosa va però detta. Il cambiamento climatico indotto dalle abitudini umane non va preso sottogamba. Se è vero, com’è vero, che i poli stanno cedendo, a seguito dello scioglimento dei loro ghiacci, parte del loro patrimonio acquifero, è altrettanto vero che, trattandosi di acqua dolce, la dinamica delle correnti oceaniche potrebbe subire, a seguito dell’inevitabile alterazione della loro salinità, un possibile , se non l’ha già fatto, cambiamento delle loro direzioni. Ciò andrebbe ad alterare non un micro ma un macro clima perché di questo, ahimè, stiamo parlando.
Se lo scioglimento dei ghiacciai è conseguenza dell’effetto serra prodotto dall’uomo allora l’unica cosa che mi sentirei di dire e fermiamoci prima che sia troppo tardi!”