Crisi idrica senza precedenti in Calabria: le dighe raggiungono livelli critici, con previsioni di esaurimento delle risorse idriche per l’agricoltura entro tre settimane
La situazione idrica nel Centrosud dell’Italia si fa sempre più allarmante. Secondo il report settimanale dell’Anbi, l’ente nazionale per la gestione delle risorse idriche, entro tre settimane le risorse idriche disponibili per l’agricoltura nella regione saranno praticamente esaurite. Il bollettino emesso oggi mette in chiaro la gravità della crisi: le scorte rimaste dovranno essere destinate principalmente all’uso domestico, lasciando l’agricoltura senza acqua sufficiente per sostenere le coltivazioni.
La situazione è critica in Puglia, Abruzzo e Sicilia, dove i bacini di accumulo sono ormai quasi vuoti. Anche Sardegna, Basilicata, Calabria, Campania e Lazio stanno affrontando carenze idriche significative. Al contrario, il Nord Italia sembra godere di una condizione opposta, con laghi e fiumi al di sopra delle medie storiche. Il report dell’Anbi fornisce un quadro dettagliato della crisi in corso.
In Calabria, la situazione è particolarmente preoccupante: la diga di Alaco, che fornisce acqua alla zona del Vibonese, contiene solo il 71% del suo volume massimo, mentre la diga del Menta, che serve Reggio Calabria, è ferma al 40%. La Basilicata ha visto un rilascio di 12,5 milioni di metri cubi d’acqua dalle sue dighe in una sola settimana, un incremento rispetto all’anno scorso, ma ciò non basta a compensare il deficit di 208 milioni di metri cubi nei bacini lucani. Anche Matera ha subito recenti allagamenti a causa di un violento nubifragio.
In Puglia, il bacino di Occhito, che è fondamentale per la produzione di cereali nel Tavoliere, ha visto ridurre i suoi volumi di oltre 15 milioni di metri cubi in soli otto giorni. Attualmente, il bacino sul fiume Fortore trattiene solo circa 77 milioni di metri cubi, e l’acqua rimasta sarà utilizzata principalmente per l’uso potabile. Questo scenario preannuncia gravi difficoltà per l’irrigazione dei campi già a partire dalla metà di agosto.
L’Abruzzo non è da meno: il bacino di Penne è già prosciugato e anche l’invaso di Chiauci rischia di esaurirsi entro metà agosto, con gravi ripercussioni per la zona di Vasto. Le difficoltà sono accentuate nelle aree della valle Peligna, dove le esigue portate fluviali impediscono il ricarico delle vasche d’accumulo, nonostante le turnazioni e le interruzioni nel servizio di distribuzione.
In Sicilia, la crisi idrica è particolarmente severa. Rispetto alla siccità record del 2002, la situazione attuale è solo leggermente migliore, con un deficit di oltre il 60% sulla base annua in gran parte della Sicilia Orientale. Sei dei ventinove bacini della regione non hanno più acqua utilizzabile, e le restrizioni sono in atto anche a Palermo, dove l’erogazione dell’acqua è limitata a giorni alterni.
In Sardegna, i bacini idrici presentano un riempimento medio del 57%, ma alcuni sono scesi fino al 13%. A eccezione della diga del Liscia in Gallura, la maggior parte dei bacini è a rischio e stanno applicando riduzioni nell’erogazione dell’acqua.
L’emergenza idrica che l’Italia meridionale sta vivendo è senza precedenti e richiede misure straordinarie per affrontare una crisi che sembra destinata a perdurare per settimane.