CATANZARO, 8 OTT 2019 – Siamo orgogliosi che la Calabria sia la prima regione in Italia ad eseguire quanto previsto dal Consiglio dei Ministri, ancora prima delle regioni alpine tradizionalmente interessate dai fenomeni valanghivi, e con tempi di esecuzione record. È un buon segnale per tutti noi”. È quanto dichiarato dal dott. Domenico Pappaterra, direttore generale dell’Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria) che questa mattina, insieme al Colonnello Giorgio Maria Borrelli, Comandante del Comando Regionale Carabinieri Forestale “Calabria”, ha presentato alla stampa i dettagli del protocollo – firmato quest’oggi – che dà il via alla collaborazione tra i due enti per implementare in Calabria il sistema di allertamento meteo valanghivo curato da Meteomont sull’intero territorio nazionale, gestito dall’omonima sezione della Sala Operativa del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri. Per l’Arpacal sarà il Centro Funzionale Multirischi, diretto dall’ing. Eugenio Filice, a curare le fasi operative dell’accordo che prevede l’implementazione della rete di sensori in Calabria.
Il perché di questo “record” citato dal direttore generale dell’Arpacal sta nella felice coincidenza tra della firma del protocollo d’intesa – sul quale i funzionari del Multirischi ed i militari dell’Arma stanno lavorando da diverso tempo – che giunge a sei giorni dalla pubblicazione, in Gazzetta Ufficiale, della Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 12 agosto 2019, recante “Indirizzi operativi per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di allertamento nazionale e regionale e per la pianificazione di protezione civile territoriale nell’ambito del rischio valanghe”. Proprio con questo provvedimento il Governo dispone che tutti i Centri Funzionali delle Regioni italiane stipulino, entro sei mesi dall’emanazione del suddetto DPCM, appositi accordi con Centri di competenza specializzati nel rischio valanghe, tra cui il Servizio Meteomont dei Carabinieri Forestale rappresenta certamente un centro d’eccellenza.
Ecco che il Protocollo d’Intesa tra l’ARPACAL ed il Comando Carabinieri Forestale Calabria risulta essere il primo accordo di questo genere, siglato tra le Istituzioni che hanno il compito di effettuare il monitoraggio e l’allertamento del rischio valanghe, volto alla salvaguardia della vita e del territorio.
“In una terra in cui i fattori di rischio naturale incidono sulla sicurezza di tutti noi – ha detto Pappaterra – quello di oggi è un segnale di grande presenza delle istituzioni. Ed è su questo solco che intendiamo continuare, lavorando insieme per un accordo sulle diverse matrici ambientali che ci vedono collaborare quotidianamente, spalla a spalla, con l’Arma dei Carabinieri”.
“Sul solco della tradizione del Corpo Forestale dello Stato, l’Arma dei Carabinieri – ha dichiarato il Colonnello Giorgio Maria Borrelli, Comandante del Comando Regionale Carabinieri Forestale “Calabria” – prosegue nel lavoro di prevenzione e repressione dei crimini ambientali, ma anche nel delicato compito di prevenire i diversi rischi per le popolazioni che vivono specialmente nelle aree rurali e montane dove, ecco la specificità dell’accordo di questa mattina, il rischio valanghe è presente. L’accordo con Arpacal permetterà di integrare, con l’uso di sensori di alta tecnologia, la rete che il Servizio Meteomont già possiede sul territorio nazionale e, quindi, avere una più ampia base dati che è utile ai fini delle previsioni e della prevenzione dei territori. Noi rafforziamo con questo accordo, e ci auguriamo con i prossimi che il Comando Generale dell’Arma vorrà autorizzare, lo stretto legame con l’Arpa della Calabria che, come tutte le arpa, è il motore tecnico scientifico per tutte le attività che, partendo dai dati ambientali, permettano di prevenire, proteggere l’ambiente, reprimendo anche gli illeciti ambientali”.
Nello specifico, il DPCM prevede l’obbligo per tutti i 21 Centri Funzionali regionali di effettuare la valutazione dei possibili rischi derivanti dagli eventi valanghivi che possono accadere nelle aree antropizzate e, quindi, effettuare l’emissione dei corrispondenti livelli di criticità mediante dei Bollettini di criticità valanghe giornalieri e degli eventuali Avvisi di criticità valanghe. L’adozione e la dichiarazione dei diversi livelli di allerta del Sistema della protezione civile da parte delle Regioni, sulla base dei previsti livelli di criticità valanghiva, sarà competenza del Presidente della Giunta regionale, analogamente a quanto accade oggi per il rischio meteo – idrogeologico ed idraulico. Inoltre, entro due anni dalla pubblicazione del suddetto DPCM le Regioni, sulla base di appositi studi di pericolosità, dovranno definire, in raccordo con i Comuni ed in base alle informazioni fornite dagli stessi, una prima mappatura delle aree soggette a rischio valanghe e dovranno emanare le direttive per l’allertamento e gli indirizzi per la pianificazione provinciale, comunale/intercomunale o di ambito di protezione civile, recependo le disposizioni contenute nel DPCM.
“Per poter, quindi, svolgere in modo efficace le attività legate alla fase previsionale ed alla conseguente emissione quotidiana dei Bollettini di criticità valanghe e degli eventuali Avvisi di criticità’ valanghe – ha spiegato Pappaterra nel corso dell’incontro con la Stampa – è necessario disporre di una adeguata base di dati nivo-meteorologici, raccolti su tutto il territorio regionale, nonché di idonee capacità previsionali sia in ambito meteorologico che valanghivo. Da questo è scaturita, quindi, l’esigenza di sottoscrivere un apposito Protocollo d’intesa con un soggetto con elevata esperienza nel settore, sia a livello regionale che nazionale, quale il Servizio Meteomont dei Carabinieri Forestale”.
“Il Protocollo – ha spiegato il dirigente del Centro Funzionale Multirischi dell’Arpacal, ing. Eugenio Filice – ha la finalità di implementare un efficiente ed efficace sistema di monitoraggio ed allertamento del rischio valanghe; rischio spesso sottovalutato (si pensi ai recenti fatti occorsi nel territorio del comune di Rigopiano) ma presente in modo significativo anche in Calabria, seppur in specifichi contesti territoriali. Tale approccio è giustificato dalla ferma convenzione che non bisogna porre rimedio alle calamità dopo che esse siano accadute, con i conseguenti effetti su persone o cose. Bisogna, invece, anticipale i possibili eventi calamitosi, sulla base della conoscenze tecnico-scientifiche disponibili, al fine di minimizzarne l’impatto che esse possano avere sull’uomo e più in generale sul territorio”.
In particolare il Protocollo d’intesa – firmato oggi da ARPACAL e Comando Regione CC Forestale Calabria – si muove su due ambiti di attività: da un lato il Servizio Meteomont dei Carabinieri Forestale assicurerà un adeguato supporto tecnico-specialistico al Centro Funzionale dell’ARPACAL, al fine di espletare in modo adeguato le nuove attività istituzionali di monitoraggio ed allertamento del rischio valanghe, previste dalla recentissima normativa in materia; dall’altro, l’ARPACAL installerà dei sistema di misurazione automatica del campo nevoso nei campi di misura del Comando Regione dei Carabinieri Forestale Calabria, finalizzati a migliorare sensibilmente l’attività di monitoraggio in continuo del grado d’innevamento e della sua evoluzione nel tempo. Tali istallazioni saranno rese possibili grazie al Progetto “Centro Funzionale Multirischi 2.0”, in fase di realizzazione, a valere sul POR Calabria FERS FSE 2014/2020. “Questo rilevante risultato – ha concluso Pappaterra – è stato conseguito grazie ad un costante e tenace lavoro realizzato negli ultimi anni in piena sinergia tra il personale del Centro Regionale Funzionale Multirischi – Sicurezza del Territorio della nostra Agenzia ed il Comando Regione Carabinieri Forestale Calabria, svolto in parallelo alle attività svolte a livello nazionale dal “Gruppo tecnico di lavoro – settore neve e valanghe”, istituito con Decreto del Capo del Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 24 maggio 2012, che ha redatto il suddetto DPCM”