Rinascita, sicurezza e tecnologia: il nuovo capitolo delle gole del Raganello grazie a radar, sensori e algoritmi, dopo la tragedia del 2018
CIVITA (CS), 3 GIU 2024 – Dopo la tragedia avvenuta alle Gole del Raganello nel 2018, dove dieci persone persero la vita travolte dalla furia delle acque, l’innovazione e le moderne tecnologie si ergono come guardiani del territorio. Il progetto “Messa in Sicurezza, Miglioramento dell’Accesso e Servizi di Fruibilità del Torrente Raganello” ha visto la luce grazie a radar, sensori e algoritmi, ponendo la sicurezza come priorità nel suggestivo contesto del Parco del Pollino.
Il dramma del 2018 ha innescato una serie di azioni nel quadro del Piano di Azione e Coesione 2007/2013 della Regione Calabria. Il progetto, oltre a proteggere il territorio, mira a rivitalizzare il turismo locale e a rendere accessibili i sentieri del Parco del Pollino, offrendo previsioni avanzate sulle portate d’acqua per garantire la sicurezza dei visitatori.
Attraverso il portale www.visitraganello.it, i turisti possono ora consultare le mappe dei sentieri aperti al pubblico in tempo reale. Gianluca Gallo, assessore all’Agricoltura della Regione Calabria, sottolinea l’importanza di questa iniziativa: “Nel 2018 abbiamo assistito a una tragedia che ci ha segnato profondamente. Abbiamo chiesto un intervento immediato per rendere queste gole tra le più sicure d’Europa, e oggi stiamo mantenendo quella promessa“.
Il finanziamento di un milione e 400mila euro è stato destinato al Comune di Civita per implementare un sistema di monitoraggio e messa in sicurezza. Attraverso l’utilizzo di radar e sensori, il tratto del Raganello è stato reso più sicuro, riducendo il rischio di incidenti futuri.
Nonostante i progressi, le Gole del Raganello rimangono al momento chiuse al pubblico. Gallo esprime la speranza che, una volta revocato il sequestro giudiziario, queste bellezze naturali possano tornare a essere godute dai turisti in totale sicurezza. “Il nostro obiettivo è rendere nuovamente accessibili le Gole del torrente, perché crediamo che questo patrimonio naturale debba essere preservato e condiviso con tutti“, conclude Gallo.