Il pesce scorpione Pterois miles si diffonde rapidamente in Calabria
Il pesce scorpione Pterois miles, una specie invasiva originaria del Mar Rosso, sta rapidamente colonizzando le acque calabresi, suscitando preoccupazione tra gli esperti e le autorità competenti.
La pericolosità di questa specie invasiva, conosciuta per le sue spine velenose sulle pinne, rappresenta una minaccia sia per l’ecosistema marino che per gli esseri umani. Le punture di queste spine possono causare gravi danni e il veleno rimane attivo anche dopo la morte del pesce, rendendolo un pericolo potenziale anche sul mercato ittico.
Recentemente, sono stati segnalati due avvistamenti di esemplari di pesce scorpione in Calabria. Il primo avvistamento è avvenuto a Le Castella (KR), dove dei pescatori professionisti hanno catturato un esemplare a una profondità di circa 24 metri. Il secondo avvistamento è stato documentato da un subacqueo a Marina di Gioiosa Ionica (RC), che ha fotografato un pesce scorpione a una profondità di circa 12 metri.
Le segnalazioni di entrambi gli avvistamenti sono state prontamente inoltrate alle autorità competenti, tra cui l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), la Capitaneria di Porto di Crotone e il progetto AlienFish dell’Ente Fauna Marina Mediterranea, che insieme al Cnr-Irbim sono coinvolti nella campagna di allerta denominata ‘Attenti a quei 4!’.
La campagna ‘Attenti a quei 4!’ ha l’obiettivo di monitorare e contrastare la diffusione di quattro specie invasive nel Mar Mediterraneo: il pesce scorpione, il pesce palla maculato e i pesci coniglio. Questa iniziativa è patrocinata dai ministeri dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, della Salute e dal Comando Generale delle Capitanerie di Porto.
L’arrivo del pesce scorpione Pterois miles in queste acque rappresenta un segnale allarmante dell’espansione delle specie invasive nel Mediterraneo. È fondamentale intensificare gli sforzi per monitorare attentamente il loro sviluppo e adottare misure adeguate per prevenire ulteriori danni agli ecosistemi marini e per proteggere la sicurezza delle persone che lavorano o si godono il mare calabrese. Solo attraverso una collaborazione coordinata tra istituzioni, ricercatori e comunità locali sarà possibile affrontare efficacemente questa sfida e preservare la preziosa biodiversità delle acque mediterranee.