Addio a Paolo Portoghesi, architetto del dialogo tra culture e religioni

Paolo Portoghesi
Paolo Portoghesi

Paolo Portoghesi, uno dei più importanti architetti italiani del secondo dopoguerra, è scomparso oggi all’età di 92 anni. Nato a Roma nel 1931, Portoghesi si è dedicato allo studio dello spazio per il culto come elemento centrale della sua carriera.

Uno dei suoi progetti più significativi, concepito nel 1998 per la città di Palermo ma mai realizzato, era un “padiglione simbolico con tre facce diverse e convergenti”. Questa idea mirava a creare uno spazio in cui le tre religioni monoteiste potessero riconoscersi, promuovendo il dialogo tra le comunità abramitiche nel Mediterraneo. Il progetto prevedeva una stele alta con tre nicchie rivolte ai settori circostanti, simboleggiando l’unità nella diversità e il rispetto reciproco.

A differenza di molti suoi colleghi, Portoghesi non ha seguito le mode del momento, ma ha abbracciato la continuità storica. Educato nella scuola del Moderno, ha sviluppato una passione per il Barocco e lo stile legato alla Riforma cattolica. Ha fondato e diretto numerose riviste, tra cui “Controspazio”, “Eupalino”, “Materia” e “Abitare la Terra”, e ha cercato di rappresentare le diverse sensibilità dell’architettura del XX secolo nel suo volume “I grandi architetti del ‘900”.

Portoghesi si è distinto per il suo rispetto verso i progetti degli altri, sostenendo le opere di qualità e offrendo supporto ai giovani architetti. Ha inaugurato il settore architettura della Biennale di Venezia nel 1980, promuovendo l’architettura e lo spazio sacro nella modernità. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui l’Accademia delle Arti e del Disegno di Firenze, l’Accademia di San Luca, l’Accademia dei Lincei e l’American Institute of Architects.

Le sue opere architettoniche hanno lasciato un’impronta significativa. Tra queste, la riapertura del borgo storico di Calcata, la cui villa circondata da un parco è stata dichiarata la più bella d’Italia nel 2017. Ha progettato anche chiese come la Sacra Famiglia di Salerno, la chiesa di Santa Maria della Pace a Terni, la chiesa dei SS. Cornelio e Cipriano di Calcata Nuova e la cattedrale di Lamezia Terme. Ha dedicato attenzione anche all’architettura del culto islamico, con opere come la grande moschea di Roma e la moschea di Strasburgo.

Paolo Portoghesi è stato un architetto atipico, che ha combinato continuità storica e innovazione, promuovendo il dialogo tra culture diverse. La sua eredità continuerà a ispirare l’architettura e la cultura, lasciando un’impronta duratura nel patrimonio italiano e internazionale. La sua morte rappresenta una grande perdita, ma il suo spirito di inclusione e apertura continueranno ad influenzare le generazioni future. La sua visione audace e inclusiva ha trasformato gli spazi architettonici in luoghi di incontro e condivisione, unendo il passato e il presente in un armonioso dialogo. Paolo Portoghesi rimarrà un maestro indimenticabile dell’architettura italiana, la cui eredità continuerà a vivere nel panorama architettonico e culturale del nostro paese. La sua morte rappresenta una grande perdita, ma la sua influenza e ispirazione resteranno vive attraverso le sue opere e il suo impegno nel promuovere la comprensione e il dialogo tra le culture.

Paolo Portoghesi, l’architetto del Teatro Politeama di Catanzaro

Uno dei progetti significativi di Paolo Portoghesi è stato la progettazione e la realizzazione del nuovo Politeama nel 2002, un teatro che ha segnato il ritorno di Catanzaro alla sua antica tradizione di teatro pubblico. Dopo lunghi anni di buio, il nuovo Politeama ha restituito nuova linfa e vitalità alla città, riaccendendo la passione per le arti dello spettacolo e riprendendo il legame con la nobile tradizione che da sempre ha caratterizzato Catanzaro. Grazie alla visione di Portoghesi, il teatro si è trasformato in un simbolo di rinascita culturale, offrendo un luogo dove la comunità può riunirsi per godere di spettacoli di alta qualità e continuare a nutrire la sua identità culturale.