Un viaggio affascinante tra antiche grotte sacre, panorami mozzafiato e arte contemporanea: l’esplorazione di San Donato di Ninea con l’associazione ‘Città Visibili‘
SAN DONATO DI NINEA (CS), 01 LUG 2024 – Una delegazione di soci dell’Associazione Le Città Visibili giunge a San Donato di Ninea in una calda e luminosa giornata di giugno; ad attenderci la nostra pregevole guida, il Docente Angelo De Maio, già Vice Sindaco, che ci farà scoprire le meraviglie di questo piccolo paese arroccato su uno sperone roccioso nel Parco Nazionale del Pollino.
Situato alle pendici di Cozzo Pellegrino, circondato da boschi di faggi, castagni, lecci, querce, ontani, si mostra al visitatore “come un lungo nastro di case che si inerpica sul costone delle montagne”. San Donato di Ninea è conosciuto dagli storici come l’antica città degli Enotri, “Ninea”, a cui si aggiunse, nell’XI secolo, il nome di “San Donato”.
La prima tappa è la Grotta di Sant’Angelo o della Madonna dell’Angelo, una grotta naturale scavata dall’acqua nel corso dei secoli. Si tratta di un luogo di culto esistente dai tempi dei Longobardi (VI-VII sec). All’interno si trovano due grotte visitabili: la prima, accessibile attraverso un porticato di costruzione medievale, probabilmente frequentata da eremiti, dove sono visibili due altari decorati da affreschi (quello della Madonna, di influenza bizantina, che tiene il figlio benedicente in piedi sulle sue ginocchia, rivolgendolo verso l’osservatore, e quello di S. Michele che sconfigge il demonio, databile tra i secoli XVIII – XIX) e la seconda grotta che mantiene tracce di insediamenti di epoca preistorica.
È un luogo davvero suggestivo anche se, per un breve lasso di tempo, abbiamo disturbato la quiete della colonia di pipistrelli che con rapidi voli stizziti ci fanno notare la loro presenza. Subito dopo, ci trasferiamo nel centro del paese e, mentre attraversiamo i caratteristici vicoletti verso la piazza dove sorge la Chiesa della Santissima Assunta, Angelo ci fa notare gli splendidi paesaggi del Cozzo del Pellegrino, del Monte La Mula e del Bosco della Cava dell’Oro, cosiddetta per la presenza di miniere.
I numerosi boschi ospitano, tra l’altro, un’interessante fauna selvatica: oltre ai cinghiali, lupi, tassi, volpi, martore, faine, caprioli, scoiattoli neri. La Chiesa dell’Assunta, dedicata alla protettrice del paese, è situata nella zona “Motta”, da cui si gode un panorama meraviglioso: a Sud la vallata dell’Esaro fino al Mar Jonio; a Nord le pendici dei monti Calvia e Cozzo del Pellegrino, ad Est i castagneti che ricoprono la vasta zona collinosa del territorio e ad Ovest le dolci pendenze dei Monti Mula e Muletta.
La chiesa fu costruita tra la fine del X secolo e l’inizio XI e rappresenta uno dei pochissimi esempi di caratterizzazione urbana di stile romanico; custodisce all’interno un pregevole olio su tela di Maria Santissima Assunta di scuola meridionale risalente al XVII secolo, portato in processione il 24 maggio. Nel 2022 San Donato di Ninea ha ospitato un intervento d’arte contemporanea di Anna Zvyagintseva per la terza edizione di “Una Boccata d’Arte 20 artisti 20 borghi 20 regioni”.
L’opera si intitola ‘To the rocks that hold roofs and to the plants that grow through stones’ ed è una grande bandiera (oggi custodita all’interno della chiesa) cucita e stampata a mano per celebrare la natura e l’architettura sandonatese. in “un inno alla forza, alla perseveranza, alla resistenza e al tempo e, dall’altra parte, alla fragilità e al valore inestimabile della vita”, come affermato dalla stessa artista.