Bibbia Ebraica: il clamoroso ritorno a Reggio Calabria non ci sarà

La prima Bibbia ebraica
La prima Bibbia ebraica

Il clamoroso e storico ritorno a Reggio Calabria non ci sarà. Nonostante l’impegno del massmediologo Klaus Davi che aveva coinvolto l’ex ministro Dario Franceschini, nonostante il governatore Mario Oliverio si sia speso in prima persona con lettere e richieste ufficiali, nonostante il via libera del Direttore della Pilotta di Parma Simone Verde e nonostante l’entusiasmo manifestato dall’ambasciatore israeliano in Italia Ofer Sachs (coinvolto da Klaus Davi già un anno fa) e dall’Unione delle Comunità Ebraiche (UCEI), la prima Bibbia in caratteri ebraici con data certa stampata a Reggio Calabria nel 1475 non farà ritorno nella sua terra di origine.

Secondo quanto ricostruito dal portale di adv e marketing Spot and Web, le cause del mancato storico ritorno sarebbero questioni burocratiche e i rigidi vincoli di tutela imposti dalla Biblioteca Palatina per autorizzare una trasferta del libro.

A quanto si apprende, Oliverio avrebbe affidato il dossier a Carmelo Malacrino, Direttore del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, che ha preso contatti con Simone Verde per definire la trasferta. Ma le trattative sono naufragate: per motivi sostanzialmente legati alla mera burocrazia, visto che le parti in gioco sono tutte statali, le tre articolazioni dello Stato (i due musei e la Regione patrocinante) non hanno trovato un accordo.

Ancora una volta a vincere (contro il Sud) è la burocrazia che nega la possibilità ai calabresi di poter godere di un’opera solo perché lo Stato italiano si conferma paralizzato dalla burocrazia. Bisogna ammettere che questa volta la politica ci aveva messo tutta la buona volontà, ma come sempre in Italia vincono i burocrati.