Trascorse circa due settimane, cosa resta nella memoria dei Catanzaresi?
Per la quarta edizione consecutiva, appassionati e curiosi, si sono recati al complesso monumentale San Giovanni attratti dal “profumo” dell’arte.
Come ogni manifestazione che si rispetti, anche questa, porta con sé dei messaggi che riaffiorano alla mente col passare dei giorni.
Trascorse circa due settimane, cosa resta nella memoria dei Catanzaresi?
A parte il valore delle opere impreziosito dalla partecipazione di artisti locali, il messaggio che rimane affonda le radici nella società, nelle persone che si trovano a vivere in questa “dannata” città.
Molti ragazzi, visto che l’ avvenimento durava più giorni, sono ritornati più e più volte in quel luogo quasi magico, anche se c’erano già stati: come mai? Forse perché ha rappresentato un punto di incontro e di scambio di idee importante, al si là del valore della manifestazione stessa.
Quindi quello che andrebbe recuperato in città è rappresentato dalla voglia di avere un posto nel quale esprimere quello che si è, al di là della piazza o della via.
Catanzaro ha bisogno di idee, di persone, di movimento. E non si può attendere la quinta edizione per smuovere gli animi e la voglia di fare.
Non si può aspettare che sia sempre l’altro ad organizzare qualcosa per noi.
La città è viva se le persone che la abitano sono vive.
Il Capoluogo strutturalmente è l’insieme di mattoni e cemento, invece la sua anima è il risultato delle persone che amano e rispettano il suo presente e ripropongono con nuovi slanci il suo importante passato.
Davide Oliverio