I colori, la pace, le torri, la rigenerazione di una vecchia chiesetta sconsacrata a due passi da un parco giochi: Massimo Sirelli per Cinquefrondi.
“Cinquetorri di pace”, le ha volute chiamare l’artista catanzarese che venerdì 24 maggio incontrerà le scuole della cittadina del Reggino e, nel pomeriggio, inizierà la sua performance, un murale site specific in multicolor pensato per dare nuova vita a un’antica struttura ecclesiastica inutilizzata da decenni.
“La struttura sul quale verrà realizzato l’intervento, tutta bianca e con una cupola al centro, ha i tratti di una costruzione greca come se ne vedono tante nelle isolette dell’Egeo, ma che sembra pure un po’ fuori contesto rispetto al centro abitato”, ha detto Sirelli, invitato a riqualificare la chiesa dal sindaco Michele Conia con il coordinamento dell’associazione “Mammalucco” di Taurianova, presieduta da Filippo Andreacchio, e in collaborazione con l’azienda “Linvea”.
“L’idea è quella di trasformare l’edificio in una vera e propria opere d’arte, un richiamo per i turisti che lanci un messaggio di pace e racconti, in chiave pop, ma in un modo comunque non convenzionale, la storia di questo centro urbano”, ha aggiunto l’artista, rimasto affascinato da una delle diverse interpretazioni etimologiche all’origine del nome Cinquefrondi. “Le cinque torri che proteggevano il primo insediamento abitativo della zona mi hanno dato l’ispirazione”.
L’altra fonte di ispirazione è invece più legata al contesto – piemontese – nel quale Sirelli, originario di Sellia Marina, lavora da tempo (è docente allo IED di Torino). “Nelle Langhe è stata realizzata un’opera in multicolor sulla Basilica sconsacrata del Barolo, che da quel momento in poi è diventata un’attrazione turistica in senso pieno”, ha continuato.
Non solo colori, ma anche grandi sagome per realizzare le cinque lettere che formano la parola “PEACE”, ognuna delle quali stilizzate per ricordare le cinque torri. “La pace è ancora oggi, insieme all’integrazione e all’accoglienza, uno dei più importanti principi alla base delle nostre comunità”, ha concluso Sirelli, “bisogna parlarne, condividerlo, diffonderlo, ma anche difenderlo da chi, purtroppo, ritiene che pace, integrazione e accoglienza siano aspetti scontati da un lato, da limitare dall’altro. Le torri di pace di Cinquefrondi significano speranza e umanità, e penso sia bello che la Calabria dia nuova forza a questo messaggio”.