Concetta Scaravaglione, raffinata artista calabrese “Nemo Propheta in Patria”

Quasi nessuno conosce il nome di Concetta Scaravaglione in Italia, e soprattutto in Calabria, sua terra d’origine, eppure è stata un’artista molto apprezzata negli Stati Uniti d’America nel secolo scorso e, ovviamente, ancora oggi le viene riconosciuto il titolo di grande artista.

“Nemo propheta in patria”: è proprio il caso di dirlo riferendosi a questa apprezzata scultrice. La frase latina “nessuno è profeta nella sua patria” si adatta a lei e a chi non ha riconoscimenti nella terra in cui è nato. Nel caso specifico, la Calabria ignora o poco celebra una delle sue figlie, emigrate – come tante – nella lontana America, all’inizio del secolo scorso.

Concetta Scaravaglione: una storia di emigrazione come tante, ma con un futuro in tasca

La famiglia Scaravaglione non era tanto diversa da quelle famiglie che per la povertà abbandonavano la famiglia di origine e le proprie terre per raggiungere la ricca e sognante America.

Tra la fine dell’800 e all’inizio del ‘900 milioni di italiani si lasciavano alle spalle povertà e fame per raggiungere mete dai destini più fortunati. 

I viaggi della speranza di allora erano un po’ diversi da quelli di oggi, ma non poi così differenti, se ci pensiamo bene, se parliamo di umanità alla ricerca di un posto degno di essere vissuto. Viaggi lunghissimi, estenuanti, stipati in navi come topi, ma con la certezza che quelle braccia forti avrebbero vinto finalmente la fame.

Sicuramente il destino di Concetta Maria Scaravaglione sarebbe stato molto diverso se fosse rimasta a Cosenza. Invece la dea bendata aveva deciso per lei un altro futuro, quello del mondo dell’arte, precisamente della scultura. Impensabile, se ci rapportiamo con i tempi di allora. Una donna, di origini umili, che avrebbe dovuto sfamare la famiglia.

Un’artista che la Calabria non conosce affatto e che invece meriterebbe un’attenzione particolare proprio perché parliamo di una donna di altri tempi, ma molto più avanti di altri, anche di uomini.

Incontro con il mondo dell’arte di New York

La famiglia si stabilisce a New York dove Concetta nasce e cresce. È la figlia del nuovo secolo: infatti, nasce il 9 luglio 1900 in una città cosmopolita, ricca di opportunità, anche per lei che è non solo calabrese, ma anche “femmina”.

Rimane ben presto orfana del padre insieme ad altri 8 fratelli ed è costretta a rimboccarsi le maniche. Eppure il lavoro e la fatica sono sempre stati parte della storia della sua famiglia che per sfuggire dalla povertà ha sempre lavorato sodo e con orgoglio. 

In America riesce a studiare e anche con profitto. Frequenta una scuola del Lower East Side di Manhattan e viene notata dalla sua insegnante per la sue doti artistiche.

Un giorno comunica a casa di volere continuare gli studi e di voler studiare arte. La notizia non viene presa bene, è comprensibile: una donna artista sarebbe stata quasi una vergogna e soprattutto servono braccia per lavorare.

La sua fortuna è di avere uno zio anticonformista che la aiuta e la supporta anche dal punto di vista economico. Se fosse rimasta in Calabria non avrebbe mai avuto questa opportunità e non sarebbe diventata ciò che rappresenta oggi.

Riesce a studiare presso le scuole americane e si iscrive alla Art Students League ed è l’unica donna del corso, anche se il suo sogno sarebbe stato quello di accedere alla National Academy of Design, ma purtroppo – proprio in quell’anno – l’accademia elimina la classe speciale di scultura per le ragazze.

Nonostante questa soddisfazione negli studi, dovrà invece affrontare, con molto dolore, la diffidenza in famiglia. Forse proprio per questo che una volta famosa manda aiuti ai parenti rimasti in Italia, in Calabria.

I premi e i riconoscimenti americani

Concetta Scaravaglione è una donna molto apprezzata non solo come artista, ma anche per il suo carattere gioviale e positivamente modesto. Infatti, si sentì una privilegiata nel ricevere la Widener Gold Medal alla Pennsylvania Academy of Art and Letters.

Successivamente, raggiunti i 45 anni, riceve una borsa dall’American Academy of Arts and Letters e due anni dopo il Prix de Rome dell’American Accademy in Rome, superando anche questa volta i colleghi uomini

Lo stile modernista di Concetta Scaravaglione

Negli anni, il suo stile si personalizza facendo evolvere il liberty americano in una nuova architettura fatta di grattacieli e imponenti edifici. Infatti, espone al Rockfeller Center che racchiude il suo ideale di arte.

La scultura diventa il suo mondo dove plasma materie solide e dure con la mazzetta. Un lavoro “maschile” se vogliamo dire, vista la richiesta di forza fisica necessaria, ma addolcito da una percezione “femminile” di ciò che riesce a creare.

Usa una gran varietà di materiali: incluso legno, terra cotta e bronzo. Lei è anche la prima artista a sperimentare il metallo saldato.

Concetta Scaravaglione (fonte: il museo immaginario)

Un’ottima docente, ma vista sempre come una straordinaria artista

Negli anni che la vedono docente anche a Roma, la Scaravaglione conquista per la sue capacità educative e didattiche. Nell’ideale collettivo, resta però fondamentalmente un’artista.

Le sue opera sono oggi esposte nel Triangolo Federale a Washington.

C’è una nota curiosa che la riguarda e fa capire quanto fosse forte di carattere.

Alcuni dei suoi parenti americanizzarono il cognome perché risultava difficile da pronunciare nella nuova terra. La Scaravaglione invece non volle mai farlo.

L’artista muore a New York a 75 anni, a causa del cancro.

Resta un grande esempio, come donna e come artista. La rappresentazione che i sogni possono avverarsi nonostante le difficoltà oggettive. Per raggiugere il suo obiettivo, da studentessa, lavorava di giorno e studiava di notte.

Alla fine, aveva ragione lei. Ha vinto lei.

Un’opera di Concetta Scaravaglione (fonte: ultima voce)

La storia del Caffè Reggio: quando il cappuccino sbarcò a New York dalla Calabria