Il Vancale di Tiriolo: un patrimonio tessile tra storia e tradizione

Il Vancale oggi: tra tradizione e lusso
Il Vancale oggi: tra tradizione e lusso

Vancale, il tesoro tessile della Calabria tra Cultura e Moda

Nel cuore delle tradizioni del Sud Italia, un elemento distintivo dell’abbigliamento femminile ha attraversato i secoli mantenendo intatta la sua bellezza e il suo valore simbolico: il vancale, conosciuto anche come bancale. Questo scialle, tessuto a mano con stoffe colorate, rappresenta un emblema culturale di alcune regioni meridionali e un accessorio fondamentale del costume della “pacchiana”.

Origini e storia

Le prime testimonianze scritte del vancale risalgono al XV secolo, quando nel 1458 lo studioso bizantino Actanasium Chalkèopulos, in visita al monastero basiliano di Sant’Angelo e di Santa Maria a Tiriolo, annotò tra i beni rinvenuti alcuni “bancali”. Il termine, poi evolutosi in “vancale”, designava un capo d’abbigliamento dalle molteplici funzioni: non solo protezione dal freddo, ma anche strumento pratico per avvolgere i bambini e supporto estetico per le donne.

Durante i secoli, i colori e i motivi del vancale hanno assunto valenze simboliche precise: il nero per il lutto, i toni vivaci e le righe colorate per le festività e i matrimoni. Nel periodo risorgimentale e fino alla Seconda Guerra Mondiale, alcuni vancali incorporavano il tricolore italiano nella trama, mentre dettagli in oro e argento ne testimoniavano lo status sociale.

Un rituale di passaggio

Il vancale aveva anche un ruolo importante nel percorso di crescita delle giovani donne. Tessere o farsi tessere il primo vancale rappresentava un rito di passaggio: al compimento dei 14 anni, la ragazza usciva per la prima volta in pubblico con l’abito tradizionale della pacchiana, segnando simbolicamente il suo ingresso nella società e presentandosi ai possibili pretendenti.

Un simbolo di identità e riscatto sociale

In un’epoca dominata dal patriarcato, il vancale diventava per le donne un segno di affermazione personale. Indossarlo non significava solo sfoggiare un capo riccamente decorato, ma anche esprimere il proprio valore e la propria identità all’interno della comunità. Le donne di Tiriolo, in particolare, trovavano nel vancale un modo per confrontarsi con le élite borghesi che passavano dalla cittadina lungo la via Francigena, portando con sé mode e tessuti raffinati provenienti dalle grandi città europee.

Motivi e tecniche di tessitura

Realizzato su telai a quattro licci, il vancale di Tiriolo si distingue per la sua lavorazione artigianale e i motivi ornamentali. Tra questi spiccano la “zanna” e la “greca”, simboli del moto dell’acqua e della vita. I colori, spesso ottenuti da tinture naturali come melograno, ginestra, ruggine e petali di rosa, riflettevano non solo la creatività della tessitrice, ma anche la disponibilità delle materie prime.

Il vancale oggi: tra tradizione e lusso

Oggi il vancale, pur rimanendo un simbolo della cultura calabrese, ha assunto una nuova dimensione, diventando un accessorio di lusso. Le poche botteghe artigianali rimaste a Tiriolo realizzano ancora questi scialli utilizzando materiali pregiati come seta e cashmere.

Nonostante l’evoluzione della moda e il passare del tempo, il vancale resta un patrimonio di inestimabile valore, testimone di una storia fatta di tradizioni, creatività e identità culturale.

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