Nella mattinata di oggi, all’interno della sala teatro della Casa Circondariale di Catanzaro, è stato presentato il libro di ricette “Dolci (c)reati”. Realizzato dal detenuto Francesco Fabio Valenti. E pubblicato dalla casa editrice Città del Sole Edizioni.
Alla manifestazione presente anche il Garante nazionale per i diritti dei detenuti, Mauro Palma. L’iniziativa, inoltre, si è svolta in collaborazione con le Camere Penali di Catanzaro.
Il Garante nazionale per i diritti dei detenuti, Mauro Palma, ha affermato che un principio da tenere presente quando ci si misura con il carcere, è che l’esecuzione penale, pur nel doveroso compito di far scontare la pena, deve essere sempre più simile alla vita che si svolge all’esterno.
“Perché solo così il detenuto – ha dichiarato Palma – potrà essere poi guidato, una volta fuori, ad un inserimento che sia positivo. Iniziative come queste a Catanzaro, relative alla valorizzazione di ciò che in carcere si fa, vanno in questa direzione. Per questo mi sembrano particolarmente importanti”.
“Il carcere in Italia, – ha dichiarato ancora il Garante nazionale per i diritti dei detenuti – ha molti problemi. Dall’affollamento a tante altre questioni. Però ha anche molte risorse. La prima risorsa sta in chi ci opera, nel personale tutto. Che secondo me deve essere meglio valorizzato”.
“La seconda risorsa – conclude Palma – è il territorio. La rete che si crea che, anche nel nostro paese, risponde positivamente. Così facendo si creano delle buone connessioni tra chi ci sta dentro e chi può proporre da fuori dei progetti che aiutino al percorso di reinserimento”.
Le parole della direttrice della Casa Circondariale di Catanzaro Angela Paravati
A sottolineare l’importanza di questo prezioso risultato, è stata la direttrice della Casa Circondariale di Catanzaro, la dottoressa Angela Paravati.
La quale ha sottolineato come questa sia stata “un’iniziativa che corona un percorso che hanno fatto i detenuti. Con la costituzione di un laboratorio di pasticceria”.
“E di un detenuto in particolare – sottolinea la direttrice -, che è riuscito, nel corso degli anni a diventare un esperto pasticcere. Tanto da voler realizzare un libro di ricette. Aiutato nel nostro laboratorio di lettura e scrittura e dal professor De Cumis e soprattutto dalla dottoressa Ilaria Tirinato, che ha curato il libro, edito dalla Casa Editrice Città del Sole. Che ha voluto scommettere su questo libro“.
A detta della dottoressa Angela Paravati il libro è molto particolare: “realizzato da parte di una persona che da 25 anni è in carcere, con un ergastolo davanti da scontare, il libro non è il solito libro di ricette. L’autore ha voluto collegare ogni ricetta e ogni dolce ad un articolo del codice penale. Quindi ha voluto ironizzare un po’ per allontanarsi da quella che è stata la sua precedente vita. E per trasformare quelli che erano dei reati in qualcosa di positivo. E questo per noi è una grande soddisfazione”.
Le dichiarazioni della dottoressa Tirinato che ha curato il libro
“Il libro – ha dichiarato la dottoressa Ilaria Tirinato – è nato all’interno di un’attività di laboratorio di scrittura e lettura che faccio insieme al professore Nicola Siciliani De Cumis. All’interno di questo laboratorio di scrittura e lettura ho incontrato Fabio, ossia il l’autore del libro, il quale durante il corso, ha manifestato la sua passione, la sua arte e la sua bravura nella creazione dei dolci. In particolare egli mi ha confessato di avere un gruppo di ricette sparse con vari disegni e la sua volontà era quella di poter raggrupparle in un unico documento. Da qui è nata l’idea del libro”.
“In particolare – prosegue Tirinato – abbiamo deciso di riunire tutte quante le ricette in suo possesso e di accostare ad ogni singola ricetta un reato del codice in chiave ironica. Questo spiega anche il titolo del libro – Dolci (c) reati – proprio a voler sottolineare quella ironia che in un luogo come questo di detenzione è sempre importante non perdere di vista”.
A proposito delle difficoltà incontrate nel realizzare un libro all’interno di un istituto penitenziario, la dottoressa Tirininato ha dichiarato come siano “state molte le sfide che la dottoressa Paravati, la direttrice della dell’Istituto ha – giocato -. È riuscita ad ottenere l’autorizzazione per farci fare le fotografie all’interno dell’Istituto di alta sicurezza di tutti i singoli passaggi delle ricette. E inoltre siamo riusciti ad ottenere la prefazione di un personaggio noto televisivo e di fama internazionale, Luca Montersino. Pasticcere dal quale Fabio ha tratto tutta la sua esperienza”.
“La postfazione – prosegue Tirinato – è stata affidata invece al professore Nicola Siciliani De Cumis. Perché De Cumis è stato il nostro maestro, non solo del laboratorio, ma anche di vita. Da sempre ci ha insegnato che si può scrivere non soltanto con le parole ma anche con i dolci, con i presepi e con tutte le attività che si svolgono”.
Il libro per la dottoressa Ilaria Tirinato “rappresenta l’importanza della collaborazione. In copertina del libro ci sono rappresentate due bambole – Dolcino e Dolcetta -. Queste due bambole sono state fatte da Antimo e Agostino i quali hanno partecipato al libro con un altro laboratorio di sartoria. Pertanto questo sta a rappresentare che l’unione di tutti quanti i partecipanti al corso ha fatto sì che questo libro sia stato poi creato.
“Un esempio dunque – conclude la dottoressa Tirinato – di quello che l’articolo 27 della Costituzione ci chiede per la rieducazione e riabilitazione di questi detenuti”.