Il Museo del Mare di Caminia di Stalettì (CZ) non interromperà le sue attività nei mesi invernali. Anzi, troverà nuova linfa nelle suggestioni delle stagioni fredde per ampliare ancora gli orizzonti della ricerca artistica e dei progetti ad esso collaterali. Il MuMaK diverrà, tra le altre cose, museo dell’arte effimera e delle opere impermanenti ed avrà come teatro privilegiato la spiaggia che lo incornicia nella baia di Caminia. Durante l’inverno nello spazio di fronte al villaggio Blanca Cruz, fino alla scogliera, la spiaggia sarà utilizzata come un museo laboratorio ovvero scenario per la realizzazione di opere a cui si da vita esclusivamente con il materiale che il mare restituisce in quel tratto di costa, una sorta di “opere pulitrici” a difesa della spiaggia.
L’idea è nata in occasione dell’ultima manifestazione organizzata dall’ associazione culturale Kà’minia targata MuMak, il festival dello Stone Balance Calabria che anche in quest’ultima edizione, si è fregiato della collaborazione di importanti istituzioni e professionisti del mondo dell’arte e della ricerca, tracciando un triangolo di sperimentazione tra Caulonia, Caminia e Crotone “sotto il segno della K”.
Nei siti scelti per le performance sono giunti artisti da tutta Italia per testimoniare la loro vicinanza al progetto promosso da Attilio Armone – oltre che la sensibilità nei confronti delle problematiche che di volta in volta il MuMak mette al centro del dibattito – e da Ibis Calabria, fondato 5 anni fa da Mario Carnè.
Grazie ad una collaborazione ormai triennale, l’appuntamento calabrese sulla magia delle pietre in equilibrio si sta imponendo come uno degli appuntamenti più significativi sul territorio nazionale di questa disciplina.
A Caminia gli scultori spirituali (purtroppo in numero ridotto rispetto al passato per via delle restrizioni imposte dalle disposizioni per il contenimento del Coronavirus) si sono riuniti per dare dimostrazione di quanto bella e profonda è l’arte delle pietre in equilibrio, regalando al pubblico accorso momenti di stupore e ammirazione.
Quella dello stone balancing è una pratica che incuriosisce molto e che
attira sempre un gran numero. Curiosi soprattutto i bambini che si divertono a sfidare la gravità, meravigliandosi sempre per gli equilibrismi ottenuti.
L’incontro con tanti artisti di estrazione diversa ha consentito, quindi, di confrontare visioni e raccogliere idee sul futuro dell’arte ma soprattutto, per come è nelle finalità del progetto di Armone, su iniziative a favore della tutela ambientale.
E proprio per non far disperdere l’energia che si è creata in questi ultimi giorni intorno alla Baia di Caminia, Attilio Armone e Massimo Stirparo, titolare della struttura che ospita il Museo, hanno deciso di non interrompere le attività con la fine dell’estate e anzi di creare un circuito virtuoso che coinvolga esperti delle professioni che gravitano intorno all’attività del MuMaK e, ancora una volta, le scuole del territorio.
Non resta che tenersi aggiornati sulle prossime iniziative.