Centro Ascolto Stella del Mare: in prima linea per gli orfani del femminicidio

Figli di Femminicidio, oltre la paura”: un libro e un convegno per dare voce agli orfani invisibili

Giovedì 23 gennaio 2024, si è tenuto a Catanzaro un importante dibattito dedicato al dramma degli orfani di femminicidio, organizzato dal Centro Ascolto Stella del Mare. L’evento ha avuto come fulcro la presentazione del libro Figli di Femminicidio, oltre la paura, scritto dalla giornalista Letizia Varano e incentrato sulla testimonianza di Maria Elisabeth Rosanò, una giovane calabrese di 26 anni che ha vissuto il tragico omicidio della madre per mano del padre.

Il convegno, moderato dalla giornalista Stefania Abbruzzo, ha rappresentato una rara e preziosa occasione per approfondire una realtà drammatica ma spesso ignorata: quella degli “orfani speciali”, bambini e ragazzi che non solo perdono la madre in modo violento, ma anche il padre, incarcerato o comunque escluso dalla loro vita.

Le voci del convegno

L’incontro si è aperto con l’intervento della dott.ssa Stefania Mandaliti, presidente del Centro Ascolto Stella del Mare, che ha sottolineato come la violenza domestica rimanga un fenomeno troppo diffuso. “La violenza è condannabile in ogni sua forma,” ha dichiarato, rimarcando l’importanza di un ascolto attivo e di un supporto psicologico per i figli delle vittime.

Il dott. Roberto Di Palma, procuratore del Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria, ha evidenziato l’urgenza di creare una rete istituzionale per sostenere questi “orfani speciali”. Ha parlato di un protocollo che il suo ufficio sta sviluppando in collaborazione con le associazioni: “La sofferenza esiste, e dobbiamo affrontarla per evitare che schiacci chi la vive.”

L’avvocata Giuseppina Pino, coordinatrice dell’Osservatorio sulla Violenza di Genere in Calabria, ha ricordato come la legge italiana del 2018 sugli orfani di femminicidio abbia rappresentato un passo avanti, ma insufficiente. Ha invocato un maggiore impegno legislativo e sociale per garantire una reale presa in carico di questi giovani.

Di particolare impatto è stata la testimonianza della criminologa Antonella Formicola, che ha definito il fenomeno una “piaga sociale” ancora sottovalutata. Ha insistito sulla necessità di sforzi concertati per offrire un futuro meno traumatico ai bambini colpiti da queste tragedie.

La testimonianza di Maria Elisabeth Rosanò, orfana del femminicidio

Il cuore pulsante del convegno è stato il racconto di Maria Elisabeth Rosanò, protagonista del libro di Letizia Varano. Orfana di femminicidio, Maria Elisabeth aveva solo sei anni quando la madre Anja fu brutalmente uccisa dal padre nel piccolo borgo di Campana, in Calabria. Con una straordinaria forza d’animo, ha trasformato il dolore in un impegno sociale, diventando un simbolo di resilienza e sensibilizzazione.

“Ho coltivato questa propensione verso l’impegno sociale per contribuire a costruire una società più attenta ai bisogni delle vittime e dei bambini,” ha dichiarato la giovane. Ha anche rivolto un appello ai più giovani: “Non abbiate paura di parlare, di denunciare. Io sono qui per ascoltarvi.”

Figli di Femminicidio, oltre la paura
Figli di Femminicidio, oltre la paura, scritto dalla giornalista Letizia Varano e incentrato sulla testimonianza di Maria Elisabeth Rosanò

Un libro che scuote le coscienze

Figli di Femminicidio, oltre la paura è più di un libro: è un faro acceso su un dramma spesso dimenticato. Letizia Varano, autrice del volume, ha raccontato come la storia di Maria Elisabeth sia stata una lente attraverso cui esplorare il dolore e la resilienza. “Questo libro è un invito alla sensibilizzazione e all’immedesimazione, affinché si accendano nuove luci su chi vive all’ombra del femminicidio,” ha spiegato.

Prevenzione e speranza per il futuro

Tra i temi emersi durante il dibattito, la prevenzione è stata una costante. La dott.ssa Maria De Fazio ha analizzato il ciclo della violenza, richiamando l’attenzione sulla necessità di riconoscere i segnali di abuso fin dai primi sintomi. “Denunciare è l’unica via per uscire dalla spirale della violenza,” ha affermato.

L’avvocato Michele Varcasia ha inoltre sottolineato l’importanza di un confronto tra competenze per migliorare il quadro normativo e il supporto concreto alle vittime.

L’incontro si è concluso con un rinnovato appello alla società civile e alle istituzioni. La lotta contro il femminicidio e le sue conseguenze richiede un impegno collettivo e trasversale. Come ha ricordato Maria Elisabeth Rosanò: “Parlare della mia storia non è facile, ma se può aiutare anche solo una persona, allora ne vale la pena.”

L’evento ha rappresentato un passo avanti nella sensibilizzazione su un tema tanto delicato quanto urgente, ponendo al centro del dibattito la necessità di non lasciare più nessuno in ombra.

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