“Oggi si celebra la Giornata Mondiale del Teatro. È una celebrazione che assume un tono decisamente funereo, anzi per dirla tutta è diventata una Giornata della Memoria, dedicata ad un popolo scomparso e dimenticato”. È quanto dichiara di Salvatore Emilio Corea di Edizione Straordinaria, della Scuola di Teatro “Enzo Corea”, della Compagnia del Teatro di Mu.
“Noi di Edizione Straordinaria, della Scuola di Teatro “Enzo Corea”, della Compagnia del Teatro di Mu, noi che apparteniamo al popolo dei teatranti, – dichiara Corea – abbiamo scelto di celebrarla andando in giro a cercare un luogo dove camminare, o sedersi, o correre, o volare (con la fantasia, noi ce lo possiamo permettere…) leggendo, declamando, recitando, o persino solo pensando i versi, le parole, i periodi, gli incisi, le invocazioni, le prediche, la Forma e la Vita, quello che ci passa per la testa di sognatori incalliti”.
“Non avremo un pubblico, o forse sì, non importa in fondo, – dichiara ancora Corea – perché da più di un anno ne facciamo a meno, ce ne siamo fatti una ragione. D’altra parte noi siamo quelli che sputacchiano le menzogne travestite da verità, che toccano i corpi, magari s’aggrovigliano con lascivia, e si scambiano i vestiti, e nel buio aprono le bocche ad imbeccar battute, e alla luce dei riflettori sudano stille di sentimento. Noi siamo gli inconsapevoli alleati del Virus, le sue legioni infernali che a cavallo di ronzinanti saltano giù dai palcoscenici e portano l’Armageddon”.
“Di tutte forme ‘dal vivo’ che assumono le relazioni tra umani, l’arte del Teatro sembra essere la più pericolosa, e pare che – prosegue Corea – dovremo abituarci a praticarla solo nelle sue forme ‘dal morto’ ovvero sugli schermi di ogni formato, che tanto fascino promanano, ma sempre lapidi sono”.
“Oggi allora – conclude Corea – celebriamo il nostro giorno gettando parole al vento, useremo parole pesanti come pietre, così ‘gravi’ da cader giù prima di contaminare il mondo”.