Gregorio Carafa, Principe di Roccella Jonica, e conterraneo del catanzarese Mattia Preti, fu 61° Gran Maestro del Sovrano Ordine di Malta dal 1680 fino alla sua morte (1690).
Casualmente, dopo un mio recente viaggio nell’isola maltese, sono venuta a conoscenza di questo altro calabrese illustre che ha scelto la piccola isola nel mediterraneo come dimora abituale.
In pochi sanno infatti che a Malta, le vicende umane e artistiche del più famoso Mattia Preti si legarono a quelle di Gregorio Carafa della Spina.
Corre l’obbligo quindi di approfondire la conoscenza su questa affascinante figura storica legata alla Città di Roccella Jonica.
Gregorio Carafa mecenate
Dagli Atti del Convegno Internazionale di studi dedicati ai due cavalieri gerosolimitani, curati da studiosi italiani e maltesi, con la partecipazione del Prof. John Spike, autorevole studioso di Preti, si è riuscito a tratteggiare la storia emblematica di questo calabrese che è anche presente nel bellissimo quadro esposto a La Valletta “Madonna con Bambino, Sant’Anna, San Gregorio Taumaturgo e ritratto del Gran Maestro Gregorio Carafa”.
Intanto, Carafa è forse l’unico calabrese che può fregiarsi il titolo di “sovrano”, e durante il Convegno si è messo in evidenza l’importanza del suo ruolo nell’arte maltese in sinergia con quella di Mattia Preti.
Grazie a entrambi i Cavalieri calabresi Malta è un tesoro di opere d’arte. Carafa, in particolare, fu artefice dello sviluppo dell’arte e dell’architettura, commissionando a Mattia Preti importanti lavori che cambiarono l’aspetto di molti edifici pubblici.
Brevi tratti storici di Carafa
Il Principe Carafa fu iscritto all’ordine di Malta quando era solo un bambino. Prima ancora della sua nomina come Gran Maestro fu artefice di varie iniziative a favore dell’isola.
Per la sua competenza militare, gli venne dato l’incarico di Generale della Flotta Navale maltese. Insieme agli alleati veneziani vinse l’armata turca dei Dardanelli in una importante vittoria.
Fu artefice del potenziamento della marina militare, rivedendo con apporti importanti i sistemi difensivi di Malta.
Il suo contributo per la ricostruzione della Chiesa dell’ospedale di Santo Spirito fu importante, a La Valletta creò anche degli istituti assistenziali.
Per contrastare la potenza turca, iniziò un progetto per la coalizione navale degli stati cristiani, insieme al Papa, all’Imperatore dell’Austria, alla Polonia e a Venezia. Questa lega portò a battere i Turchi in diverse memorabili vittorie.
Sebbene rimase irrealizzata, tentò di costituire un’armata cristiana stabile. La cosa non arrivò a termine poiché morì il 21 luglio del 1690.
Eletto Cavaliere a Malta
Il pomeriggio del 2 maggio 1680, accolse con giuramento solenne la nomina di 61° Gran Maestro dell’Ordine. All’epoca aveva sessantacinque anni, e – si narra in uno scritto del Convegno tratto a un raro documento d’archivio – con passo sicuro e austero si sedette sul trono dove i confratelli gli diedero omaggio baciandogli la mano. Il Cavaliere d’Elezione, Agostino Sans de La Llosa, decise di eleggerlo, sostenuto nella scelta da sedici elettori.
Ricevette da tutta Europa messaggi con attestati di stima e gioia poiché considerato un uomo degno di ammirazione visti i risultati delle guerre contro i turchi.
Papa Innocenzo XI lo benedì riconoscendolo uomo coraggioso per avere contrastato la minaccia turca, ma anche perché uomo caritatevole.
La stessa stima la ebbe dal predecessore Nicholas Cotoner che lo descrisse “Umanissimo, generoso, maestevole… esemplare di modestia e d’honestà, retaggio della Casa Carafa” , tutto ciò poco prima di morire.
Carafa unico Sommo Magistero italiano
Appena nominato cavaliere, ebbe l’incarico di completare l’insediamento della Città di Mdina, la Città Notabile, e di formare il primo insediamento dei Cavalieri a Birgu.
Si trattava anche di relazioni diplomatiche tra l’Ordine e la Chiesa di Roma. Infatti, Carafa si recò presso le sedi del Vescovo di Malta e dell’Inquisitore, due autorità che erano referenti del Papa.
La cerimonia fu suggestiva ed ebbe luogo il giorno di S.S. Pietro e Paolo accompagnata da una scenografia omaggiante la Croce. In autunno, la cerimonia a Birgu, avvenne tra gondole con grande partecipazione del popolo.
Carafa fu l’unico calabrese a essere sommo magistero del’Ordine di Malta, ma anche il primo italiano. Infatti, questa circostanza creò soddisfazione tra i suoi confratelli italiani. In suo onore, fu messo un suo busto in bronzo con il suo stemma gentilizio e una dedica.
Si occupò anche della situazione economica dell’Ordine, riscuotendo un credito che vantava dalla Città di Napoli.
Importantissimo fu il suo contributo legato all’arte, dedicato al culto dei cavalieri, con opere d’arte, principalmente nella bellissima Chiesa Conventuale di San Giovanni.
Annamaria Gnisci