Continua il suo viaggio, sfidando razzismo, barriere e pregiudizi, il piccolo Tajil, protagonista del romanzo “Il cacciatore di meduse” di Ruggero Pegna, pubblicato dalla casa editrice Falco.
Domani sera, con inizio alle ore 18.30, il romanzo sarà discusso a Gioia Tauro, presso la Terrazza di Palazzo Baldari, durante un incontro promosso dall’Associazione Culturale Kairos. Coordinerà la Presidente Milena Marvasi Panunzio, mentre relazionerà, leggendo passi del romanzo, la professoressa Antonella Belfiore. Tra gli interventi, anche quello del sindaco dottor Giuseppe Pedà. Il prossimo 14 luglio alle ore 17.30, “Il cacciatore di meduse” arriverà al Palazzo della Cultura “Pasquino Crupi” di Reggio Calabria. L’incontro sarà coordinato dalla giornalista Elmar Elisabetta Marcianò. Interverranno Edoardo Lamberti-Castronuovo, assessore per le Politiche Culturali della Provincia, Patrizia Nardi, assessore comunale alla Cultura, Vincenzo Maria Romeo, docente di psicologia sociale presso l’ Università per Stranieri “Dante Alighieri” di Reggio Calabria. Ad entrambi gli incontri saranno presenti l’autore e rappresentanti di associazioni e organismi che si occupano di accoglienza e migranti.
Il dramma dell’immigrazione che in questo commovente romanzo, vincitore dell’ottava edizione del Premio Proviero per la narrativa e di altri riconoscimenti, diventa una grande storia d’amore, farà da sfondo a due presentazioni particolarmente sentite nel territorio reggino. La città dello stretto e la sua provincia, infatti, sono quasi quotidianamente al centro di cronache di sbarchi e, nei giorni scorsi, hanno visto un nuovo acuirsi della difficile situazione di Rosarno e, anche, la sepoltura nel piccolo cimitero di Armo di 45 migranti annegati nel canale di Sicilia dopo il naufragio del loro barcone.
“Possibile che sia normale che, in un Paese come il nostro, esistano baraccopoli e condizioni di vita come quelle di questi uomini a Rosarno?”, si è chiesto Pegna, denunciando l’indifferenza generale verso la morte di un migrante, al cospetto di un forte sentimento di indignazione che qualche giorno prima si era levato per l’uccisione di un toro per le vie di Reggio Calabria.
In questo romanzo, il tema scottante dell’immigrazione è toccato per la prima volta dall’altro punto di vista, con gli occhi di un bambino somalo che diventerà scrittore della sua stessa storia e con la voce di immigrati, miseri e diversi di tutto il mondo. Ambientata quasi interamente in Sicilia, questa struggente storia presentata con successo anche alla Book City di Milano e al Salone del Libro di Torino, si muove nel magico scenario della costa siciliana e, in particolare, di quella trapanese. Descrizioni incantevoli della natura e dei luoghi, fanno da sfondo all’originale racconto del piccolo Tajil, divenuto in pochi mesi protagonista di incontri e dibattiti sui temi dell’immigrazione, dell’integrazione e, purtroppo più in generale, su argomenti sempre attuali come il razzismo e la convivenza tra diversità di ogni tipo. Le avventure di Tajil e degli strani amici della sua compagnia, si snodano per le vie di San Vito Lo Capo, nello scenario naturale della Riserva dello Zingaro, per le tante calette, lungo la costa fino a Scopello e, dall’altro lato, fino a Mazara. Gli spaccati di San Vito, il “misterioso” Monte Monaco, le affascinanti grotte, arricchiscono di poesia un romanzo in cui la natura e le bellezze paesaggistiche siciliane contribuiscono a catturare e incantare il lettore.
Dopo il drammatico racconto del viaggio, prima nel deserto, poi nel Mediterraneo da Zuara a Lampedusa, in compagnia della madre e di un’altra bimba rimasta orfana durante la traversata, il piccolo migrante si avventura in numerosi luoghi della Sicilia, da Linosa alla Valle dei Templi, alla straordinaria costa trapanese. Il suo peregrinare proseguirà fino al Centro di Accoglienza di Crotone in Calabria e, poi, a Roma, Milano e finanche a Praga, alla ricerca del Ponte Carlo dove era nata Samira, la fidanzatina bruciata viva nell’incendio della sua baracca di legno. Infine, ritornerà a San Vito, dove riuscirà a coronare il suo sogno di diventare giornalista e lo attenderà una inimmaginabile sorpresa.
In un momento storico dominato dalle tragedie dell’intolleranza, dell’odio e del fanatismo terroristico, “Il cacciatore di meduse” parla di umanità e sentimenti, di uguaglianza tra uomini di ogni fede, razza e colore. Un libro struggente e attuale, una fiaba contemporanea, che ripropone il valore controcorrente del rispetto verso gli altri e la ricchezza della contaminazione tra diverse culture, affascinando anche i lettori più giovani. Una storia dei nostri giorni, tra fiaba e realtà, che appartiene a tutti noi. Secondo molti, un vero romanzo di formazione. Un romanzo che arriva dritto al cuore di lettori di ogni età, incastonato nella storia mondiale degli ultimi anni, dall’elezione di Obama, primo presidente americano di colore, all’appello di Papa Francesco alla Comunità Internazionale. Un romanzo che racconta la dura realtà dei nostri giorni, tra episodi drammatici e sfumature fiabesche, fino a fare diventare naturale il grido contro ogni forma di razzismo.