Tra mitologia e realtà: esplorando il misterioso castello della Baronessa Scoppa a Cardinale, con storie di seduzione, avarizia e ombre oscure
Nel cuore della suggestiva località di Lacina, nei pressi di Cardinale, sorge il misterioso Castello della Baronessa Scoppa, una dimora avvolta da storie avvincenti e leggende intriganti.
L’origine del nome Lacina trae ispirazione da una piccola chiesetta situata vicino al castello, costruita sui resti di un antico tempio dedicato alla dea greca Hera Lacina. Questo scenario pittoresco fa da sfondo alla storia di una donna affascinante, la Baronessa Maria Enrichetta Scoppa, la cui vita e abitudini sono avvolte da un velo di mistero.
La struttura imponente del castello ospitava la Baronessa e i suoi ospiti nella parte superiore, mentre il livello inferiore accoglieva gli alloggi dei coloni, una guarnigione in servizio anche durante l’inverno, un locale per le provviste e una piccola stalla per i cavalli della nobildonna.
Maria Enrichetta Scoppa, nata a Sant’Andrea Apostolo nel 1831 e deceduta nel 1910 nella sua Villa Condò, era una figura enigmatica. La leggenda narra che, nonostante il suo voto di castità, la Baronessa si avventurasse nei boschi per attrarre uomini con l’intento di condurli nel suo castello per esperienze erotiche. Si racconta di incontri sessuali all’interno delle mura del castello con giovani e vigorosi uomini della zona, ma dietro questa trama si cela un lato oscuro.
Si dice che gli uomini, dopo aver condiviso momenti intimi con la Baronessa, scomparissero misteriosamente nelle sabbie mobili circostanti, cancellando ogni traccia dei loro incontri. Inoltre, la nobildonna era nota per la sua avarizia; anziché soccorrere i poveri, preferiva nascondere parte delle prede di caccia dei guardiani nelle sue terre. Si diffondeva anche la voce che riuscisse a vigilare su tutti i suoi possedimenti attraverso un cannocchiale, con l’obiettivo di evitare qualsiasi furto.
In un paradosso sconcertante, la Baronessa, pur temendo di finire all’inferno per i peccati della sua famiglia contro la Chiesa, contribuì a coprire e successivamente distruggere gli affreschi della Cappella del castello, appartenenti originariamente ai monaci Certosini di Serra San Bruno. La sua ossessione per il riscatto la spinse persino a scrivere al Vaticano, sospettando che le sue opere di bene fossero motivate unicamente dalla paura di una condanna eterna e non da uno spirito genuino di altruismo.
Il Castello della Baronessa Scoppa a Cardinale, avvolto da misteri e leggende, continua a ispirare curiosità e fascino, un luogo in cui la storia e l’oscurità si fondono in un racconto avvincente di una donna dai contorni enigmatici.