Belvedere Marittimo recupera il suo gioiello storico
Il Comune di Belvedere Marittimo ha ufficialmente riottenuto il controllo del Castello Angioino-Aragonese. Nella giornata di ieri, lunedì 19 giugno, è stato sottoscritto l’atto di cessione da parte dei precedenti proprietari al Comune. La cerimonia di firma ha visto la partecipazione del sindaco Vincenzo Cascini, insieme al suo esecutivo, alla maggioranza comunale e ai responsabili degli uffici.
L’acquisizione del castello è avvenuta al costo di circa 500mila euro. La somma è stata coperta utilizzando due fonti di finanziamento: due terzi dell’importo, pari a 336.429,63 euro, comprensivi delle imposte di trasferimento, sono stati ottenuti tramite un vecchio mutuo con devoluzione; il restante terzo, equivalente a 197.988 euro, è stato ottenuto grazie a un nuovo mutuo contratto con la Cassa depositi e prestiti.
Questa acquisizione rappresenta un importante traguardo per l’amministrazione comunale, che si assumerà anche la responsabilità della manutenzione del castello, in collaborazione con gli enti preposti alla tutela dei Beni culturali. Inoltre, spetterà al Comune cercare i fondi necessari per la ristrutturazione dell’edificio. Una possibilità per finanziare tale progetto potrebbe derivare dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), gestito dalla Sovrintendenza alle belle arti.
La storia del Castello
Il Castello Angioino-Aragonese, noto anche come castello del Principe, è stato dichiarato monumento nazionale e una sua replica in plastica è esposta presso “L’Italia in miniatura” a Rimini.
La sua storia affonda le radici nella seconda metà dell’XI secolo, quando fu commissionato da Ruggiero il Normanno. Originariamente, il castello aveva dimensioni limitate ed era probabilmente sviluppato intorno a una precedente fortezza bizantina.
Col passare del tempo, il castello fu trasformato in una dimora stabile per i signori locali che governarono il feudo di Belvedere Marittimo. Fu in questa fase che assunse il nome di castello del Principe.
Nel corso dei secoli, numerose famiglie nobili si succedettero come proprietarie del maniero. Nel 1269, il castello passò da Carlo I d’Angiò a Giovanni di Montfort. La baronia fu poi governata da Simone di Bellovidere e dal feudatario Ruggero di Sangineto, che si occupò del restauro della struttura sia nel 1287 che nel 1289. Il castello rimase di proprietà dei Sangineto fino al 1376, seguito dai Sanseverino fino al 1382, dagli Orsini del Balzo fino al 1405, dai Cutrario fino al 1426 e nuovamente dai Sanseverino.
Con la conquista del Regno di Napoli da parte degli Aragonesi nel 1426, molti feudi, tra cui Belvedere Marittimo, furono confiscati.
Fu Ferdinando d’Aragona a raggiungere la Calabria per reprimere la congiura dei Baroni ordita contro di lui. Durante il suo regno, decise di potenziare i castelli di Castrovillari, Corigliano e Belvedere Marittimo, oltre a edificare quello di Pizzo.
Nel 1490, il castello di Belvedere Marittimo fu arricchito con l’aggiunta di un ponte levatoio e ampliato con mura e due torri cilindriche merlate, seguendo lo stile guelfo dell’epoca. Ancora oggi, all’ingresso del castello, si erge una lapide con lo stemma aragonese sorretta da due putti. Dopo il 1494, il feudo tornò nuovamente ai Sanseverino e rimase sotto il loro controllo fino al 1595, con una breve parentesi di dominio dei Giustiniani. Nel 1622, il comune di Belvedere Marittimo si separò dalla baronia dei Sangineto e passò alla famiglia feudataria dei Carafa, che ne mantenne la proprietà fino alla confisca.
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