La vita è piena di storie, il mondo lo è, vere, presunte, di fantasia. Belle, brutte, banali, surreali, ma comunque storie. E se è vero che il mondo è bello perché vario, ognuno si riconoscerà in una storia, prima o poi. Ma spesso il punto non è riconoscersi, bensì rimanere colpiti da un racconto, farsi coinvolgere da una vicenda, aprire la mente a una valutazione. Dunque, la riflessione che voglio suggerire oggi, nasce dalla bella e toccante storia contenuta nel libro Il ricordo del 9, di Salvatore Lanno, giovane scrittore di origini siciliane e di adozione milanese.
Un racconto portato all’attenzione dei lettori con molta semplicità, nello stile, assolutamente scorrevole, che non si fa sorreggere da costrutti complessi o parole ricercate, e, soprattutto, nei contenuti che evidenziano come le storie sincere siano assolutamente quelle che arrivano al cuore. Parte con una storia gioiosa il “ricordo” di Lanno: una famiglia unita, il cibo genuino, il fascino della vendemmia, i sogni nel cassetto, tanti, e il dono dell’amicizia. La prima amicizia, quella che si “incontra” da ragazzi, quando si dà un valore prezioso a quel sentimento forte, innocente, e si pensa insieme di poter scalare le montagne per sempre. Quell’amicizia con cui condividere cose semplici, ma che fanno stare bene e che stimolano le energie, la voglia di fare.
Lanno racconta l’amicizia, la stessa che vive il protagonista del libro con il suo migliore amico. I ricordi affiorano nella testa con tale limpidezza da emozionare il lettore che puntualmente ritrova nella sua mente il suo più caro amico e la spensieratezza della giovinezza. Fino a quando il ricordo si fa duro, sbiadiscono i colori, come in un temporale inaspettato, e la beltà di quel tempo diventa tragedia. Un drammatico incidente spegne la vita dell’amico del cuore. Lo fa mentre i due ragazzi sono insieme, felici su un motorino, forse un po’ imprudenti, quando un trattore lungo il loro cammino non renderà più nulla uguale a prima. Nessun soccorso immediato. Il ragazzo rimasto in vita è grave, molto grave. Inizierà così il suo calvario, tutto in salita, e la scoperta della morte dell’amico scolpirà per sempre una lacrima sul cuore. Nel leggere Il ricordo del 9, ciò che ha impresso un segno forte nella mia mente e nel mio cuore è scoprire attraverso un testo le “belle persone”.
Il giovane protagonista, nonostante le grandi sofferenze fisiche e interiori, compirà una scelta importante: quella di non far giustizia a tutti i costi se il rischio è di sbagliarsi anche solo per un infinitesimale dubbio. In un mondo vendicativo ed egoista la sua decisione rappresenta una perla rara che insegna che esiste ancora quella vocina in fondo all’anima chiamata “coscienza”.
Nel libro una preghiera dedicata al ragazzo scomparso, con un ricordo dolce e commovente che rende i lettori parte di quel dolore e di quell’amicizia, bellissima, tenera, oltre il tempo e la vita.
Rossella Paone