La magia dell’argilla: storia e futuro delle ceramiche a Squillace
Squillace, Scolacium, Skylletion: tre nomi che si intrecciano in un intricato percorso evolutivo, una danza di suoni che attraversa secoli di storia. Ci troviamo nel cuore della Calabria, sul versante ionico, e come spesso accade in questa terra, la storia inizia con i Greci. La leggenda vuole che Menesteo, re di Atene, abbia fondato Skylletion, ma la sua nascita risale al VI-V secolo a.C. grazie ai coloni greci provenienti da Atene o da Crotone. Questo luogo, situato lungo la rotta dell’istmo, si rivelò strategico per il controllo dei percorsi terrestri e fluviali, nonché per gli scambi commerciali con l’intero bacino del Mediterraneo.
Da fiorente città della Magna Grecia, Skylletion si trasformò in una prospera colonia romana chiamata Scolacium. Oggi, possiamo ancora ammirare gli imponenti resti di questa città romana. In questo straordinario contesto storico, nacque Magno Aurelio Cassiodoro, uno statista e letterato, primo ministro di Teodorico, re dei Goti. Cassiodoro fondò a Squillace un magnifico centro di cultura noto come il Vivarium.
L’abbandono della città romana di Scolacium non fu un evento repentino; ci volle più di un secolo, tra la seconda metà del VI e il VII secolo. La guerra greco-gotica (535-553), l’invasione longobarda della Calabria alla fine del VI secolo, le politiche imperiali bizantine e la presenza di una sede vescovile contribuirono alla migrazione verso le colline e alla fondazione del borgo fortificato di Squillace.
E ora giungiamo a Squillace, il luogo dove ancora oggi, grazie a questa storia affascinante, prendono vita le ceramiche. La storia della ceramica squillacese è strettamente legata alla fondazione della città, e si crede che questa forma d’arte sia stata introdotta qui dai celebri ceramisti di Samo. Nel corso dei secoli, questa arte è stata tramandata e preservata con cura. Cassiodoro stesso le dedicò grande attenzione, e sotto il dominio normanno, si sa che a Squillace operavano maestranze di estrazione bizantina. Il legame tra le ceramiche di Squillace e la cultura bizantina è evidente, sia nella tecnica utilizzata (produzione ingobbiata e graffita) che nei termini ancora in uso oggi, come “argagnu” e “argagnaru”, che indicano rispettivamente il manufatto in ceramica e il ceramista. Successivamente, la tecnica della smaltatura tipica delle maioliche si aggiunse all’arsenale degli artigiani locali.
Oggi, l’arte della ceramica a Squillace continua a prosperare ed è oggetto di un rinnovato interesse. Non è soltanto un frammento di storia produttiva passata, ma anche un’opportunità di lavoro e sviluppo per la comunità locale. Grazie alla creazione di un Istituto Statale d’Arte, numerosi giovani hanno abbracciato la professione di ceramisti e artisti, portando avanti la tradizione e contribuendo a far risplendere ancora di più il nome di Squillace nell’ambito della ceramica.
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