Al via la V edizione del progetto che, fino al 24 luglio, trasformerà la marina di Belmonte Calabro (CS) in un centro di ricerca e sperimentazione, attraverso talk, workshop e performance
La Rivoluzione delle Seppie ha presentato la V edizione di Crossings, la settimana di ricerca che l’iper-collettivo di nomadi digitali, assieme ai suoi partner, dedica ad incontri, workshop, talk, happening, performance, momenti di convivialità e di condivisione tra studenti internazionali, professionisti, ricercatori, turisti, curiosi e abitanti del luogo.
In programma fino al 24 luglio 2022, Crossings – realizzato anche grazie alla collaborazione con orizzontale, London Metropolitan University e ex Convento, promosso da Erasmus+ e supportato da Itaka Training e Sirius Training, Italia Patria della Bellezza Fondazione – è l’appuntamento che mette in dialogo le diverse comunità e i diversi individui che vivono, incrociano o inciampano a BelMondo, un momento per ricercare soluzioni di convivenza e di abitare condivise, modi di lavorare e studiare collaborativi con un approccio pratico e tangibile, che hanno contribuito a far diventare nel corso degli anni il piccolo centro di Belmonte Calabro (CS) l’epicentro di un dibattito, divenuto sempre più importante a livello nazionale, su temi centrali nello sviluppo urbano e sociale e sulle nuove forme dell’abitare.
Dopo avere lavorato negli anni precedenti all’interno del borgo di Belmonte, quest’anno il progetto sceglie di spostarsi verso la marina, nello specifico all’interno del mercato comunale di Belmonte Marina, edificio pubblico costruito e mai utilizzato: “È il primo spazio veramente pubblico all’interno del quale ci troviamo ad operare” – sottolinea Rita Adamo, co-founder de La Rivoluzione delle Seppie – “la scelta di spostarci dal borgo nasce dall’esigenza di far vedere come all’interno del sistema paese esistano e abbiano una propria valenza anche questi posti, così forti e così “difficili”, che non sono romanticizzati come i borghi, e che spesso non hanno una piazza o un posto relazionale”.
I numerosi studenti internazionali che stanno prendendo parte al progetto hanno iniziato i loro lavori proprio esplorando la marina di Belmonte e il suo mercato, con l’obiettivo di creare un’infrastruttura comunitaria da restituire alla comunità, ma soprattutto nuove relazioni e impulsi che coinvolgano la comunità locale in sinergia con quella temporanea e con gli ospiti dell’evento.
Tra le diverse attività collaterali previste durante l’evento – assieme a talk, performance, proiezioni e concerti – anche tre workshop: “Mercato Marina”, con il collettivo Orizzontale; “Modern Local Media” con Claudio Morelli (Reversocollettivo) e Le Seppie; “Questa non è una campagna” con Cheap.
Durante il workshop “Mercato Marina”, guidato dal collettivo di architetti di orizzontale, si definirà il perimetro dell’area che va dal mercato alla spiaggia e si lavorerà per trasformarlo in una nuova piazza. Come specifica Giuseppe Grant del team di orizzontale: “Il lavoro si sviluppa in diversi aspetti, il primo è sul piano urbano, provvederemo a costruire una grande isola stradale, istituendo anche una segnaletica dedicata. Costruiremo anche degli oggetti di arredo urbano per la piazza e per lo sviluppo di attività evento, dei dispositivi relazionali atti a facilitare le interazioni tra le comunità”.
“Questa non è una campagna”, il workshop guidato da Cheap, progetto di arte pubblica con sede a Bologna, è invece un laboratorio partecipativo, all’interno del quale verrà progettato e realizzato un intervento di arte pubblica su poster: “Opereremo in un contesto molto diverso da quello in cui lavoriamo solitamente, e questo rappresenta una sfida molto interessante per noi”, spiega Sara Manfredi, co-founder di Cheap, “produrremo un set di manifesti dal contenuto testuale che cercheranno di aprire una conversazione con chi abita e attraversa il territorio che ci ospita oggi”.
Il ruolo dei media e dell’informazione all’interno delle comunità locali sarà invece il focus del workshop “Modern Local Media”, curato da Claudio Morelli di Reversocollettivo che racconta: “La sfida di questo workshop è duplice, provare a raccogliere tutte quelle informazioni per la produzione e la creazione di un media moderno al servizio delle comunità locali, e allo stesso tempo immaginare di inserire queste informazioni all’interno di un network di media moderni che possano diventare una cosa sola tra questa e altre comunità locali”.
A completare il programma di Crossings anche altre attività, a partire dai talk, che coinvolgeranno numerosi ricercatori e giornalisti, approfondendo diversi aspetti: dall’idea di marketing territoriale al servizio esclusivo del turismo, con l’obiettivo di cercare una nuova narrazione dei luoghi e dei territori che non sia esclusivamente “patinata”; il rapporto politico tra abbandono e silenzio nei confronti degli ambienti periferici; una ricerca sulla relazione tra benessere psicologico e integrazione sociale per i richiedenti asilo; il rapporto tra rigenerazione urbana e pratiche di cura, e tanto altro.
E poi gli happening e le performance, come quella dei Fulu Miziki, collettivo multidisciplinare di artisti provenienti dalla Repubblica Democratica del Congo, un’orchestra che realizza i propri strumenti così come i propri costumi di scena assemblando materiale di scarto; o “Cartesiana”, performance teatrale di Enzo Moscato, iperbolica vicenda delle peripezie odisseiche di tre trans partenopei alla ricerca di un’identità sessuale, certa e duratura. Tutti i dettagli sul programma sono consultabili dal link: larivoluzionedelleseppie.org/crossings-ext/workshops-2021-22/crossings-2022-cercasi/
Cos’è La Rivoluzione delle Seppie?
La Rivoluzione delle Seppie è un iper-collettivo di professionisti nomadi e creativi con base a Belmonte Calabro (CS). Il gruppo di coordinamento de La Rivoluzione delle Seppie, formato dall’associazione Le Seppie e dal collettivo di architettura Orizzontale, insieme ai suoi partners principali, in particolare la London Metropolitan University e il Comune di Belmonte Calabro, si pone come obiettivo principale la riattivazione culturale delle aree marginali rurali per sperimentare diversi metodi di vivere e lavorare collettivamente.
Un esperimento formativo con pochi eguali oggi in Italia, che dal profondo sud incoraggia modalità alternative di generare spazi, fisici e virtuali, attraverso una dimensione collettiva innovativa.
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