La trilogia di opere del noto artista Guadagnuolo documentano la recente storia del Coronavirus

Francesco Guadagnolo ritratto del dottor Li Wenliang
Francesco Guadagnolo ritratto del dottor Li Wenliang

A Roma, l’équipe della Dottoressa Maria Capobianchi, responsabile del Laboratorio di virologia dell’Ospedale Spallanzani di Roma, è riuscita nell’impresa di isolare il virus, la cui denominazione, Coronavirus, è determinata dalla particolare forma a punta da cui è circondata la particella del virus. E proprio giorno 02/02/2020, in cui è stato isolato il Virus, l’artista italiano Francesco Guadagnuolo nella sua attualità e originalità espone la sua opera, chiamata “Coronavirus”.

Guadagnuolo, operante tra Roma e New York, rende visibile al mondo il Coronavirus e lo fa con una scultura-installazione, un cranio coronato di particolari forme a punta che circondano le particelle virali.

Dunque eccellenze nella medicina italiana come anche nell’arte visiva. L’arte si sa, sin dai tempi di Leonardo Da Vinci si è interessata di scienza, Guadagnuolo, in questa sua indagine culturale neo-umanista, produce un’arte contemporanea che coopera e dispone il sistema con cui discerniamo il creato.

Spiega lo storico Calogero Rotondo: «Guadagnuolo offre per la prima volta nel mondo dell’arte contemporanea, una vera “fotografia” che dà l’idea del virus in argomento. – Come in altre opere del passato, compendiate nella sua affascinante raccolta artistica “I Luoghi del Corpo-viaggio nelle patologie della creatività”, in un momento di emergenza planetaria per il Virus di struttura sferoidale “Coronavirus”, ritorna a rappresentare opere che stimolano a considerare l’arte non solo come attività dal punto di vista estetico e di armonia ma anche come uno strumento utile per sollecitare una cooperazione tra attività artistica creativa e scienza come ci ha tramandato Leonardo Da Vinci».

Ha scritto la biologa Anna Laura Bruni: «Geniale questa rappresentazione del capside virale a “corona” del teschio umano, come rischio mortale, per
la prima volta nel mondo dell’arte contemporanea e aggiungo che i virus secondo me sono affascinanti modelli moderni per l’arte».

Proprio per questa tipologia di mostre di nuove opere, sin dal 1995 il critico e storico dell’arte Antonio Gasbarrini ha scelto la definizione di Transrealismo.

Tali opere sono interpretate come simbolo di ciò che non è visibile dall’esterno ma dall’interno del corpo.

Il 7 febbraio 2020 moriva Li Wenliang, il medico cinese che ha dato per primo l’allarme del Coronavirus, dapprima è stato allontanato dal suo lavoro, poi reintegrato, infettato a sua volta da un paziente ed infine è morto da eroe.

Guadagnuolo dedica un’opera al dottor Li Wenliang che lo ritrae con la mascherina impegnato a salvare i suoi pazienti. Guadagnuolo ha dipinto il profilo-biografico del Dottore- eroe che non più dimenticheremo.

Nell’opera dedicata al dottor Li Wenliang notiamo un modo nuovo nell’affrontare la ritrattistica; sia nel segno-pittorico, sia nella pennellata fresca e fluida. L’opera vive di segno e di forma nell’unità intellettuale, osservando il ritratto di Guadagnuolo sul medico Dottor Li Wenliang ciò che colpisce, alla mente dell’osservatore, è come se si volesse approfondire la sua capacità di essere un medico valente che tutti vorremo incontrare.

Il ritratto di Guadagnuolo è intenso, alimentato da un’emozione che fa ricordare il medico e l’eroe più vicino al popolo e non vuole essere solo un omaggio, ma intende fissare, attraverso il suo operato, un orientamento futuro per la medicina mondiale ancora da salvare, in un momento di crisi politica, ideologica e culturale. Guadagnuolo raffigura il Dottor Li Wenliang, atto ancora a raccontare, attraverso la sua medicina commovente, precaria nella vita ma piena di verità.

L’Italia messa a dura prova dal Coronavirus, il virus da contagio esploso nel febbraio 2020. La scultura dal titolo: “Il Volto della paura” di Francesco Guadagnuolo esprime la condizione umana impaurita davanti alla recente epidemia e la impiega in un’estensione visiva con un’espressione umana straordinaria.

Francesco Guadagnuolo - Il Volto della paura

Tra psicosi e realtà la mascherina di protezione che indossa rappresenta il suo segno visivo in un contesto d’inquietudine e di affanno. È così che l’artista ha visto la personificazione della donna infettata dal virus, il sintomo rimane nel volto, manifesta la fragilità umana, interpreta la cognizione psicologica e impersona la paura, con una ricerca coloristica dominata dal blu. L’artista ha usato il blu della notte come se la donna in blu stesse per sfuggire, per non farsi riconoscere, mimetizzandosi nel buio.

Solo l’abito da sera, indossato per le grandi occasioni, dalle pieghe dorate, la tradisce, per recarsi a quel Gala, al quale sognava di partecipare.

Dopo la Sars, un nuovo spettro vaga per il mondo, con la prima dimostrazione del Coronavirus della globalizzazione, la scultura di Guadagnuolo riporta la paura dell’archetipo post-umano avvolto nel tempo della postmodernità.

Così l’arte e la medicina italiana sono sulla vetta del mondo contro il virus del ventunesimo secolo.

Sussistono in questo momento particolari preoccupazioni perché il Coronavirus non è ancora possibile curarlo con un’adeguata terapia e si sa che interessa in particolar modo le vie respiratorie.

Il messaggio che Guadagnuolo vuole lanciare, si sostanzia nelle parole: Uniamoci in una sfida per scoprire al più presto un vaccino per combattere il Coronavirus.