Centenario di Tutankhamon: Zahi Hawass svela anticipazioni al MGFF di Catanzaro
CATANZARO, 2 AGO 2022 – Per la XIV edizione è arrivato nel quartiere marinaro di Catanzaro, anche Zahi Hawass, archeologo di fama mondiale e già segretario generale del Supremo Consiglio di Antichità.
Personaggio schietto e teatrale, Hawass è uno studioso di livello assoluto. Hawass ha presentato “Il Loto e il Papiro”, l’opera teatrale, ambientata nell’Antico Egitto, scritta da Francesco Santocono, giornalista catanese esperto di egittologia e appassionato del dramma antico. Una interessante novità nel panorama letterario internazionale, tanto d’aver già attirato l’attenzione di alcuni tra i più grandi critici del settore.
La sua influenza si estende sull’intero patrimonio archeologico dell’Egitto, da Alessandria fino ad Abu Simbel, incluse le oasi e il Sinai. Spesso presente nei media globali, è considerato il miglior ambasciatore culturale del suo paese. La sua popolarità è innegabile, come dimostrato dal recente 6° Incontro Nazionale di Archeologia Viva, dove un pubblico entusiasta di oltre millecinquecento persone lo ha accolto calorosamente.
Zahi Hawass: tra il destino e la passione per l’archeologia
Grazie al MGFF, ci immergiamo nel mondo affascinante di Zahi Hawass, il rinomato egittologo che ha abbracciato l’archeologia seguendo il destino piuttosto che un percorso prestabilito. In questa esclusiva intervista, esploriamo i momenti più importanti che hanno plasmato la sua straordinaria carriera, dall’emozionante scoperta della tomba di Hathor al suo profondo legame con l’antico Egitto.
Quando hai scoperto il desiderio di diventare archeologo?
La mia storia è piuttosto interessante. Il mio sogno era diventare avvocato. Mi iscrissi alla Facoltà di Legge e acquistai i libri, ma presto capii che non era la mia strada. Decisi allora di iscrivermi al Dipartimento di Archeologia presso la Facoltà di Belle Arti, senza sapere davvero cosa aspettarmi. Dopo la laurea, cercai di lavorare nel campo dell’archeologia, ma la mancanza di passione e impegno dei miei colleghi mi deluse, così tentai la carriera diplomatica, senza successo.Il destino, però, aveva altri piani.
Raccontaci allora che cosa ti ha fatto capire di voler dedicare la tua vita all’archeologia…
Trovai lavoro nel settore e fui assegnato a un sopralluogo nel delta del Nilo. Alla fine della giornata, gli operai mi chiamarono dicendo di aver trovato una tomba importante e, sebbene riluttante, decisi di andare a vedere. Entrato nella tomba, iniziai a pulire una statua con un pennello. Era di una bellezza straordinaria, rappresentava Hathor, la dea dell’amore. In quel momento, capii che avevo trovato la mia vera passione: l’archeologia. Questa esperienza mi ha insegnato che non basta amare qualcosa; è necessario investirci la propria passione affinché diventi qualcosa di grande. Oggi, ripensando a quel giorno, mi considero la persona più felice del mondo per quella scelta.
Qual è la tua opinione riguardo ai reperti egizi conservati all’estero?
Questi reperti sono parte integrante della nostra storia e cultura e meritano di essere conservati e valorizzati nella loro terra d’origine.
Come trascorri le tue mattine?
Mi piace molto passeggiare da solo all’alba. È un momento di tranquillità e riflessione che mi permette di iniziare la giornata con energia e serenità.
Qual è la tua posizione riguardo al turismo nelle tombe tebane?
Sono molto drastico su questo argomento: il turismo sta distruggendo le tombe tebane. È essenziale prendere misure per proteggere questi tesori inestimabili, limitando l’accesso e garantendo che vengano preservati per le future generazioni.
Pensi che ci siano misteri e maledizioni legati alle antiche tombe egizie?
Non credo nei misteri o nelle maledizioni. Queste sono solo manifestazioni della nostra ignoranza riguardo ai fatti e alle conoscenze. Ogni scoperta e ogni ricerca ci avvicinano sempre di più alla comprensione della realtà storica.
Qual è il significato dell’anniversario dei 100 anni dalla scoperta della tomba di Tutankhamon per te?
L’anniversario dei 100 anni dalla scoperta della tomba del faraone egizio è stata un’occasione per riflettere sulle nuove evidenze archeologiche che saranno annunciate nei prossimi mesi.
Puoi raccontarci la tua emozione quando hai visto per la prima volta il “Golden Boy”?
La prima volta che ho aperto la bara di Tutankhamon e ho visto faccia a faccia il golden boy ho provato un’emozione indimenticabile, la più grande della mia vita.
Hai anticipato delle nuove scoperte riguardo alla morte di Tutankhamon. Puoi fornirci qualche dettaglio?
A settembre daremo notizia di una grande scoperta che riguarda le vere cause della morte del faraone. Stiamo ancora lavorando, inoltre, sulla tomba della regina Nefertiti e della moglie di Tutankhamon.
Hai annunciato che verrà messa in scena un’opera lirica su Tutankhamon. Puoi dirci qualcosa in più a riguardo?
Il prossimo 4 novembre, quando si celebrerà il centenario, verrà messa in scena l’opera lirica Tutankhamon, scritta dagli autori italiani Lino Zimbone e Francesco Santocono.
Abbiamo parlato della tua passione per l’archeologia. Qual è la tua opinione su Catanzaro e sulla festa del cinema che si svolge qui?
È la terza volta che vengo a Catanzaro. Qui mi sento bene, è una città che sento un po’ mia e sono contento che ci sia una festa del cinema così importante.
Grazie per aver condiviso con noi la tua straordinaria esperienza e le tue preziose intuizioni, Zahi Hawass. È stato un vero piacere parlare con te. Ti auguriamo il meglio per le tue future scoperte e speriamo di rivederti presto. Buona fortuna e arrivederci!
In Egitto, Hawass è una figura di grande autorità, e a livello mondiale è un personaggio noto e rispettato. La sua capacità di comunicare sia in contesti accademici sia al grande pubblico lo rende un ambasciatore straordinario per l’archeologia egizia.
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