Marca, Catanzaro: Pino Pinelli e la mostra disseminata (VIDEO)

CATANZARO, 5 FEB 2017 – “Un autentico rivoluzionario già entrato nella storia della cultura italiana”. E’ il carisma visionario del maestro Pino Pinelli ad arricchire il percorso espositivo del Museo  delle Arti di Catanzaro con una personale che resterà nelle sale del  prestigioso museo dell’Amministrazione provinciale di Catanzaro, fino  all’1 aprile 2017.

Inaugurata ieri pomeriggio, alla presenza del maestro tra i maggiori esponenti dell’arte italiana del dopoguerra e gli interpreti principali dell’arte analitica, la mostra, curata da Giorgio Bonomi, organizzata dalla Fondazione Rocco Guglielmo e  all’ Amministrazione Provinciale di Catanzaro, in collaborazione con l’archivio Pino Pinelli di Milano, presenta 21 opere, realizzate dall’artista siciliano dagli anni settanta a oggi, sia di grandi dimensioni sia di misure più contenute, che delineano in maniera esaustiva le diverse sfumature della sua poetica illustrata dal curatore  Bonomi e da Domenico Piraina, direttore dell’area cultura del Comune di Milano, di Palazzo Reale e del polo museale del capoluogo lombardo.

 

 

“A partire dagli anni sessanta in Italia abbiamo assistito alla nascita di una vera e propria rivoluzione stilistica – spiega il curatore della mostra -. Gli artisti avvertirono il limite del quadro, inteso come insieme di tela e cornice: le superfici videro la comparsa di estroflessioni, come nel caso di Bonalumi e Castellani, così come era stato nel decennio precedente per i tagli di Lucio Fontana. Dal canto suo, Pino Pinelli, che nasce pittore utilizzando i classici mezzi del mestiere, respirò la temperie culturale di quel periodo e giunse alla “disseminazione” – per utilizzare un termine proprio dell’arte di Pinelli – “frammentando” l’oggetto quadro negli elementi che lo compongono (tela e telaio) e coinvolgendo in questo processo l’elemento estraneo al quadro stesso: la parete che, perdendo la sua condizione di neutralità, ne diventa coprotagonista capace di accogliere elementi di colore puro, declinati in forme ora corrucciate, ora raggrumate, ora lineari e asciutte, ora a frattali e libere, raccolte in genere in un percorso leggermente arcuato, quasi a voler imitare il gesto del seminatore.

Dapprima le “disseminazioni” sono composte di pochi elementi, poi nel corso degli anni, fino a oggi, i “pezzi” si moltiplicano anche in modo considerevole. I suoi lavori usano in prevalenza i colori fondamentali (rosso, blu, giallo, nero, bianco e grigio), ma anche i complementari. La pluralità della disseminazione, a volte, si riduce, ma mai a meno di due “parti” e, anche quando non tutta l’opera è monocroma, lo sono i singoli componenti”.