Città del Vaticano | Un Papa russo e il mistero della sua elezione
In un evento straordinario che ha catturato l’attenzione del mondo, Papa Francesco è morto dopo un lungo e influente pontificato. I suoi funerali, seguiti da miliardi di persone in ogni angolo del globo, hanno segnato un momento di profonda riflessione e commozione. Tuttavia, la vera sorpresa è giunta nei giorni successivi, quando il Conclave per l’elezione del nuovo Papa ha rivelato un risultato senza precedenti.
Il Conclave, avvolto da un’aura di mistero e tradizione, ha visto i cardinali riunirsi nella Cappella Sistina sotto gli occhi vigili di fedeli e media. Mentre la folla si accalcava contro le transenne e i furgoni delle emittenti televisive affollavano via della Conciliazione, il mondo attendeva ansiosamente la fumata bianca, segno dell’avvenuta elezione. Dopo numerosi scrutini, però, il comignolo della Cappella Sistina rimaneva inattivo, sollevando dubbi e speculazioni: era un problema tecnico o c’era qualcosa di più?
La risposta, clamorosa, è arrivata la mattina successiva. La tanto attesa fumata bianca ha finalmente rivelato il nome del nuovo Papa: Nikolaj Sofanov, il primo Papa russo della storia. Ma la vera sorpresa è stata un’altra: Sofanov non era presente al Conclave, e non era nemmeno un cardinale al momento della sua elezione. Una scelta inaspettata e rivoluzionaria che ha lasciato i vaticanisti increduli e il mondo intero senza parole.
La nomina di Sofanov ha subito scatenato domande e teorie. Perché scegliere un outsider, e perché proprio lui? La sua amicizia d’infanzia con Vladimir Putin ha sollevato non poche sopracciglia. Tuttavia, dietro questa elezione straordinaria si nasconde un segreto: Sofanov custodisce una rivelazione ricevuta a Fatima, un segreto che guida la sua missione fin dal primo giorno del pontificato. Il suo obiettivo dichiarato è la riunificazione con la Chiesa ortodossa, un atto di grande coraggio e significato spirituale, ma anche di profonde implicazioni politiche, soprattutto vista la sua vicinanza al presidente russo.
Nelle stanze più oscure del Vaticano, una partita a scacchi è iniziata. Il nuovo Papa deve affrontare avversari potenti e misteriosi, decisi a impedire a tutti i costi l’accordo tra le due Chiese. Le trame di una massoneria oscura e i tradimenti dei cardinali si intrecciano in un gioco pericoloso, dove realtà e fantasia, complotti e guerre si mescolano in una narrazione avvincente e cinematografica.
Intervista con Mauro Mazza: la Visione di un Papa russo e la riunificazione delle Chiese
Durante il Magna Graecia Film Festival, tenutosi recentemente nell’area porto di Catanzaro, abbiamo avuto l’opportunità di incontrare Mauro Mazza, giornalista RAI e autore del libro che ha ispirato questo incredibile racconto. Nell’intervista video allegata, Mazza svela dettagli inediti sulla genesi del suo lavoro e le influenze che lo hanno portato a intrecciare storia e immaginazione in un thriller avvincente.
Mauro Mazza è stato invitato dal patron Gianvito Casadonte a fare parte della giuria del Magna Graecia Film Festival e, in questa occasione, ha presentato il romanzo che parla del futuro del mondo e della Chiesa. “Dopo Papa Francesco, ci sarà un papa russo?” ho chiesto all’autore. “Non ci sarà un papa russo dopo Papa Francesco. Se la Chiesa ha un futuro, lo avrà assieme alla Chiesa ortodossa. Il cattolicesimo e l’ortodossia devono tornare a respirare con due polmoni.”
Alla domanda se il suo papa russo sia un amico di Putin, Mazza ha risposto: “È coetaneo e concittadino di San Pietroburgo, come anche di Kirill, l’attuale patriarca di Mosca e di tutte le Russie. E quindi è questo terzetto – che parlano la stessa lingua, che hanno giocato sugli stessi sassi, che hanno picchiato gli stessi compagni di strada, di giochi – che poi hanno preso destini così diversi. Kirill, Putin e il mio papa inventato possono modificare il corso della storia. Qualcuno cercherà di impedirglielo, però. Leggiamo il libro per scoprire chi.”
Al di là della storia romanzesca e di pura fantasia, quando verrà quel giorno in cui Papa Bergoglio passerà a miglior vita, “speriamo tardi”, aggiunge Mazza, “quel giorno la Chiesa, i cardinali che dovranno scegliere il nuovo papa, avranno di fronte una Chiesa cattolica profondamente divisa, ancora lacerata al suo interno, tutt’altro che ricompattata dal pontificato di Papa Francesco. A quel punto, il compito sarà ancora più gravoso di quando la Chiesa ha scelto Papa Ratzinger, e poi Papa Bergoglio: trovare un pontefice che rilanci e unisca.”
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