NARDODIPACE – 21 LUGLIO 2021. A Nardodipace venerdì 23, sabato 24 e domenica 25 luglio torna il “Megalithos Festival”, che ha aperto i battenti sabato 17 luglio proponendosi l’obiettivo di riaccendere i riflettori su questo straordinario fenomeno: un sito, portato alla luce nel 2002 da un colossale incendio che lo liberò dalla selvaggia vegetazione che lo rivestiva totalmente. Attraverso la musica, il teatro e l’arte, la Prima edizione del “Megalithos Festival” vuole condurre – quanti vorranno lasciarsi conquistare da questa esperienza culturale, naturalistica, sensoriale, educativa – in un vero e proprio viaggio emozionale alla riscoperta di un luogo affascinante e misterioso che richiama suggestioni archeologiche dimenticate
Il “Megalithos Festival” è stato realizzato grazie ad un progetto promosso dal Comune di Nardodipace, guidato dal sindaco Antonio Demasi, e co-finanziato dal Pac Calabria 2014-2020 (azione 1, tipologia 1.3, annualità 2019). La direzione artistica è di Danilo Gatto e vede la collaborazione delle Associazioni “Stilaro Trekking”, “Casale” di Fabrizia e “Solo Sentieri”.
SI RECUPERA DOMENICA Venerdì 23 luglio alle 17 è previsto il recupero dello spettacolo “La città delle pietre” a cura della cooperativa Edizione straordinaria Scuola di teatro Enzo Corea, che sarebbe dovuto andare in scena domenica 18 luglio, ma è stato rinviato a causa del maltempo.
IL PROGRAMMA DEL FINE SETTIMANA Il programma del Megalithos Festival prevede: sabato 24 luglio, al GeositoB: Ore 16 – Laboratorio di campanacci; Ore 17 – “All’erva Radicchia”. Anteprima nazionale del concerto per campane a campanacci. Di Christian Ferlaino; Ore 18 – “A Stisa Blues”. Di Rrosa Trio.
Domenica 25 luglio, al GeositoA: alle 12, Festa di chiusura; alle ore 13 – Sagra della capra; Ore 15 – Concerto per Tamburi a Cornice e Voce, di Andrea Piccioni ; Ore 16 – Trekking tra le “Pietre Incastellate”: Ore 17 – (Geosito B) “Risonanze fra terra e cielo”. Coro gregoriano Ancillae Domini diretto da Licia Di Salvo.
COSA ABBIAMO VISTO Ricordiamo che ad aprire il festival il 17 luglio, con “Ho rubato un filo di capelvenere”, erano stati Lindo Nudo, Arianna Luci (violino) e Giuseppe Oliveto (percussioni), in scena con una nuova produzione della compagnia di Teatro “Rossimona”, ripresa di uno spettacolo del 2009, in cui la potente prosa di Leonida Rèpaci e l’intensità dei versi di Franco Costabile e Lorenzo Calogero costituiscono lo strumento per raccontare quel che di solenne, sofferto, antico e indomabile è nel paesaggio fisico e morale dei calabresi.
Alle 16 è stata la volta di “Tre compari musicanti”, Storie minime nella grande storia: briganti, borbonici, francesi. Di e con Paolo Apolito e Antonio Giordano (zampogna, chitarra battente). Nel monologo sono state raccontate vicende a cavallo tra Ottocento e Novecento attraverso storie minime di anonimi contadini dei quali vi sono tracce documentarie liberamente elaborate. E intorno a cui sono recuperati elementi di cultura contadina che vengono dalle ricerche sulle tradizioni popolari di Paolo Apolito con Annabella Rossi e Roberto De Simone, su musiche, canti, e feste dei contadini del Sud.