Il Ministero della Cultura ha istituito una sorta di viaggio nei musei italiani a caccia di arte fantasy; la tredicesima tappa riguarda la Calabria e ovviamente le opere ospitate nei musei calabresi.
L’iniziativa culturale nasce per via delle rappresentazioni di animali e creature fantastiche in opere d’arte: dipinti, sculture o anche disegni che richiamano altrettante creature strane delle pellicole cinematografiche del genere fantasy. Tutto ciò potrebbe condurci a opere contemporanee, ma è invece altrettanto facile trovare animali e luoghi fantastici anche in opere d’arte appartenenti al passato. Possiamo dire che il cinema ripesca abilmente nei mostri del passato, facendo rivivere leggende e paure ataviche.
Sono molti gli artisti che nei secoli hanno rappresentato il “mondo mitologico, letterario e dagli antichi bestiari.”
Il Ministero della Cultura, in sinergia con Finestre sull’Arte, si propone di accompagnare chi è interessato alla scoperta del fantasy nei musei italiani, i luoghi fisici dove è possibile trovare queste collezioni d’arte dello Stato italiano. Saranno in totale 20 gli articoli dedicati per ogni regione d’Italia.
Ora è il turno della Calabria.
I musei calabresi: “Da Reggio Calabria a Kaulon, da Vibo Valentia a Cosenza, arrivano sirene, draghi, sfingi, mostri marini e molto altro.“
Sono in tutto 10 le opere trovate nei musei calabresi che rappresentano il mondo del fantasy e sono collocabili in epoche molto lontane dai giorni nostri.
La Sfinge di Rosarno è la rappresentazione di un animale avente la testa e il seno di donna, il cui corpo è riconducibile a un cane, con ali d’aquila, zampe di leone e coda di serpente. Il compito della sfinge sarebbe stato quello di porre degli indovinelli ai viaggiatori che passavano per Tebe; se questi non rispondevano correttamente venivano divorati vivi dalla sfinge. Solo Edipo rispose correttamente e la sfinge si buttò dalla rupe.
Sono due i draghi che si possono trovare al Museo e al Parco Archeologico dell’antica Kaulon. Entrambi sono dei mosaici e rappresentano: il primo un drago e un delfino, mentre il secondo è un drago marino.
La sirena dell’Alabastron del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria non è raffigurata come una bellissima donna metà femmina e metà pesce. In realtà, era una poco gradevole figura metà uccello e metà donna. Sebbene queste sirene non fossero attraenti, avevano una bellissima voce tanto da attirare i marinai che solcavano i mari calabresi.
Sempre a proposito di sirene, la sirena dell’askos al Museo Nazionale di Crotone è una dei tanti reperti delle necropoli che è meglio tenuta.
Sono tante le figure mitologiche rappresentate nell’antichità, la Calabria ne conserva di interessanti vista la storia della Magna Grecia. Un viaggio che ricorda tempi lontani, ma ricchi di splendore.