Musaba a rischio: Hiske Maas denuncia lavori ‘inutili e dannosi’

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Hiske Maas, co-fondatrice del Musaba insieme a Nik Spatari, protesta contro i lavori di messa in sicurezza avviati presso il celebre parco-museo di Mammola, accusando le istituzioni di non rispettare la natura e il patrimonio artistico del sito

Hiske Maas, artista olandese e compagna del compianto Nik Spatari, fondatore del celebre Parco Museo Musaba, ha lanciato un duro attacco contro i lavori in corso presso il sito. Con un accorato sfogo sui social, Maas denuncia una serie di interventi che, secondo lei, minacciano la bellezza e l’integrità del Musaba, uno dei luoghi artistici e culturali più iconici della Calabria.

“Non c’è rispetto per l’arte, la natura e per sessant’anni di lavoro appassionato mio e di Nik Spatari”, esordisce Maas, evidenziando come la lotta per la tutela del Musaba sia sempre stata ardua, soprattutto a causa della “sordità e incompetenza delle istituzioni”. Questa volta, il bersaglio principale delle critiche è il Comune di Mammola, accusato di non collaborare per salvaguardare un patrimonio che, grazie alla sua fama e ai tanti visitatori, rappresenta una risorsa fondamentale per l’economia locale.

La protesta di Maas si concentra sui lavori di messa in sicurezza avviati recentemente sul sito. Finanziati con 185.000 euro stanziati dalla Regione Calabria nel 2021, i lavori dovevano riguardare interventi strutturali sul monastero e i versanti circostanti, ma la gestione e la qualità delle opere sono state pesantemente criticate dall’artista.

“Durante un sopralluogo con il sindaco di Mammola e l’ingegnere incaricato, avevo indicato chiaramente le opere necessarie per garantire la sicurezza, nel pieno rispetto dell’ambiente e del paesaggio circostante”, racconta Maas. Il progetto finale, mai visionato da lei, risulta tutt’altro che conforme alle sue richieste. “Si stanno realizzando interventi assurdi e privi di logica, tra cui una rete che imbriglia tutta la collina e un muretto che riduce lo spazio del parcheggio“, aggiunge, denunciando lavori che non solo deturpano l’area, ma sembrano non giustificare l’ingente somma destinata.

La rabbia di Maas è anche diretta verso l’impresa di Gioiosa, subappaltatrice dei lavori, la cui competenza e sensibilità rispetto a un sito così delicato sono messe in dubbio. Secondo Maas, l’azienda non avrebbe mai ascoltato le sue indicazioni, ignorando totalmente le esigenze di conservazione artistica e ambientale. La ditta vincitrice della gara d’appalto, con sede a Catanzaro, non si è mai vista, sollevando ulteriori dubbi sull’affidabilità del processo.

Di fronte a questa situazione, Maas ha deciso di rompere il silenzio e chiedere aiuto alle autorità competenti e all’opinione pubblica. “Sto assistendo impotente alla rovina di un’opera a cui abbiamo dedicato la nostra vita“, afferma con amarezza, invitando le istituzioni a intervenire per tutelare il patrimonio artistico e paesaggistico del Musaba. L’artista sottolinea l’importanza di preservare questo luogo unico, frutto del lavoro di una vita da parte sua e di Nik Spatari, non solo per la Calabria ma per il mondo intero.

La vicenda solleva interrogativi sull’efficienza e la trasparenza dei processi di appalto pubblici, soprattutto quando si tratta di siti di elevato valore artistico e culturale. La protesta di Maas, simbolo vivente del Musaba insieme a Nik Spatari, non può che richiamare l’attenzione su una questione cruciale: la necessità di un maggiore rispetto e di una tutela effettiva dei beni culturali italiani, spesso minacciati da interventi inadeguati.

Il futuro del Musaba, e il valore che rappresenta per il territorio, dipenderà da come verrà gestita questa delicata situazione.

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