Eleganza radicata nel tempo: l’erica arborea delle pipe calabresi
Nelle folti e suggestive Serre calabresi si cela una storia affascinante, fatta di tradizioni millenarie e di un’arte unica: la produzione delle pipe artigianali. Queste preziose opere d’arte racchiudono l’eleganza del legno, il pregio dell’abilità artigianale e il profumo avvolgente del tabacco. La tradizione delle pipe calabresi ha radici profonde, legate al passato dei pastori della zona che, mentre vegliavano sulle greggi durante lunghe ore di attesa, iniziarono a intagliare il legname abbondante delle Serre per creare utensili e, appunto, pipe.
Le Serre calabresi offrono una ricchezza di risorse agricole e forestali, ma è la radica calabrese, l’Erica Arborea, conosciuta localmente come “ciocco”, a costituire la materia prima preziosa per queste creazioni. I “cioccaioli”, abili cercatori e prelievatori di radici, si recano sulle alture delle Serre dello Zomaro e in Aspromonte, dove estraggono a mano le radici migliori, che verranno poi consegnate agli artigiani. Questi selezionano con cura i pezzi più pregiati, che vengono successivamente bolliti in caldaie di rame per eliminare il tannino e lasciati riposare per una naturale essiccazione. È proprio durante la stagionatura, che può durare fino a cinque anni, che si sviluppano le caratteristiche venature tipiche della radica, rendendo ogni pezzo unico e inimitabile. Questo lungo e complesso procedimento richiede una particolare abilità dell’artigiano, contribuendo a conferire ulteriore pregio alle pipe calabresi.
Uno dei centri più celebri per la produzione di queste pipe è Brognaturo, un pittoresco paese montano in provincia di Vibo Valentia. Più di mezzo secolo fa, Domenico Grenci, conosciuto come “il re della pipa”, aprì un laboratorio che divenne presto rinomato in tutto il mondo. Ogni creazione di Grenci era un’autentica opera d’arte, contribuendo ad accrescere il prestigio della tradizione locale. La famiglia Grenci, ancora oggi, mantiene viva la gloria delle pipe di Brognaturo, continuando a produrre manufatti di grande pregio, rispettando le tecniche tramandate nel tempo e guadagnandosi una clientela d’elite che comprende collezionisti, appassionati e personalità illustri.
Ma la tradizione delle pipe calabresi non è confinata solamente a Brognaturo. Anche il piccolo paese di Scido, nell’Aspromonte, ha contribuito a rendere celebre questa antica arte. Qui, molti artigiani e “cioccaioli” hanno dedicato la loro abilità alla produzione di pipe di pregio. Per preservare questa eredità, l’Amministrazione comunale ha acquisito Palazzo Ruffo e vi ha allestito una biblioteca con volumi antichi e autografi di personaggi illustri, e un museo dedicato alla tradizione contadina e artigiana della zona.
All’interno di questo affascinante museo, una sala è dedicata interamente alla pipa calabrese, con oltre duecento esemplari realizzati da Mastro Rocco De Giglio, abile artigiano locale. L’esposizione comprende magnifiche creazioni zoomorfe ed antropomorfe, frutto di grande perizia e maestria. Si possono ammirare pregiate pipe a forma di uccello, mammiferi, rettili e persino animali preistorici e celebri personaggi storici e politici. Una collezione eclettica e affascinante, che cattura l’attenzione di ogni appassionato di pipe.
Visitando Palazzo Ruffo, i visitatori possono fare un vero e proprio tuffo nella cultura, nella tradizione e nell’arte calabrese. Oltre alla sala delle pipe, il museo ospita reperti numismatici, mobili antichi settecenteschi ed ottocenteschi, e preziosi affreschi dipinti nel 1988 dall’artista Scidese Gaetano Zampogna, raffiguranti scene della vita rurale sull’Aspromonte. Una visita al vecchio frantoio in pietra con una grande ruota porziana a trazione idraulica, ancora funzionante, permette di immergersi nelle antiche tradizioni di questa affascinante regione calabrese.