“Il faggio che sposò la luna”: un viaggio nei luoghi tradizionali ed emozionanti della Calabria, recentemente pubblicato da Argot Edizioni
Continuano gli incontri letterari presso la Casa Circondariale di Catanzaro, dove da anni è attivo un laboratorio di lettura e scrittura creativa a cui partecipano numerosi detenuti.
La mattina del 4 ottobre nella cornice della sala teatro dell’istituto si è svolta la presentazione del libro “Il faggio che sposò la luna” dell’avvocato Felice Foresta, un viaggio nei luoghi tradizionali ed emozionanti della Calabria, recentemente pubblicato da Argot Edizioni.
“La nostra realtà” ha affermato la direttrice Angela Paravati “è consapevole dell’importanza di riscoprire il valore della propria terra: della Calabria si racconta spesso il male, la nostra regione ha gli onori della cronaca in genere solo per notizie relative alla criminalità. In realtà una Calabria positiva esiste, è fatta di tante realtà e di tante bellezze spesso offuscate.”
Presenti all’incontro, che ha visto una viva e attiva partecipazione dei detenuti, oltre all’autore, il magistrato di sorveglianza Angela Cerra, che si è soffermata sull’importanza della cultura nei percorsi di rieducazione. E la particolarità del libro è proprio che la trama stessa è un percorso.
La celebrazione liturgica per i trent’anni dalla morte della madre riconducono il protagonista, Giancarlo Morabito, docente di Botanica Farmaceutica all’Università di Agraria di Piacenza, in Calabria, tra volti e paesaggi familiari. Ritornano immagini, razionalmente sfocate, ma sempre vivide nell’anima. Giancarlo incontrerà anche il doloroso destino di un vecchio compagno di giochi e si farà forte del ricordo del padre per trovare soluzioni e andare avanti.
Ne emerge il ritratto di una Calabria per alcuni tratti simile alle realtà detentive: fatta di dolore e forza, di presa d’atto degli errori commessi, di fragili speranze e di coraggio per inizi nuovi, nonostante tutto.
La lettura di parti del libro è stata accompagnata dalle esecuzioni musicali di Gianfranco Riccelli, artista che si è esibito in passato con Rentoli e Guccini.
Riccelli ha fatto anche ascoltare anche dei brani musicali su temi quali l’emigrazione e la morte del padre, molto coinvolgenti per i detenuti, che hanno posto all’autore alcune domande sul libro elaborate nelle ore di studio trascorse con la docente volontaria Liliana Olivo. Felice Foresta ha risposto ampiamente agli interventi dei lettori, soffermandosi in particolare su aspetti relativi all’attuazione della Costituzione in carcere.
Agli spunti letterari si sono unite così riflessioni giuridiche e di attualità, in un dibattito ricco di idee e di “punti di vista” diversi.