Esce a distanza di oltre cinque anni una nuova monografia sull’artista Giovanni Chiarella. Il volume, a cura di Laura Chiarella e Domenico Chiarella, nasce con l’intento di presentare la nuova produzione artistica del pittore e fa seguito al primo volume monografico, dal titolo “Il pittore della natura”.
La monografia si pregia del prezioso contributo critico della professoressa, poetessa e scrittrice Francesca Misasi (nella parte introduttiva e poi ancora nella sezione riservata alle testimonianze critiche) che con ricercata capacità di analisi e singolare maestria interpretativa, riesce a cogliere l’essenza pura e autentica dell’arte di Giovanni Chiarella, in pagine veramente intrise di sublime stile letterario.
All’interno del volume monografico, oltre ad opere già in precedenza pubblicate, si dà spazio e visibilità alla nuova produzione artistica di 180 quadri, a conferma di quanto sia presente nell’artista un bisogno imprescindibile e costante nel tempo di creare opere ammirando la natura e traendone ispirazione.
“Giovanni Chiarella è in grado di guardare la natura con occhio attento e scrupoloso, poiché ha compreso che è proprio sulla natura che Dio ha profuso tutta la bellezza del Creato.” (Francesca Misasi)
Tramite poi le testimonianze critiche di altri autori (giornalisti, scrittori e poeti) si viene condotti, in un itinerario di molteplici letture ed interpretazioni dei quadri di Chiarella, nella direzione di un ampliamento dello sguardo sulle sue opere e verso un rapporto più approfondito con il mondo dell’arte; un approccio con le opere che possa oscillare da una mera e semplice contemplazione di un quadro ad un’analisi più approfondita in termini contenutistici e formali, da una fruizione di tipo estetico fino a ciò che potrebbe definirsi e palesarsi come ‘fruizione estatica’.
Una possibilità, quest’ultima considerata, frutto dell’attraversamento dell’immagine stessa, eccedendo un pensiero stesso, oltrepassando un messaggio etico o morale, abbandonandosi naturalmente e autenticamente al viaggio all’interno di uno spazio che cattura e magnetizza; uno spazio che struttura concetti e li destruttura, che mescola memoria e la opacizza, che condensa figure e le discioglie, che chiarifica un messaggio o che al contempo lo moltiplica.
Un viaggio, all’interno di un’opera, grato e riconoscente non soltanto verso ciò che figurativamente o filologicamente quell’opera descrive o contiene nelle sue parti ma che olisticamente comprende come ‘Tutto’.
Un viaggio all’interno dell’opera che comprende ‘Tutto’ e si apre all’incontro, avendo ben presente, quel che Pierre Auguste Renoir considerava quando diceva che: “Nel dipingere è difficile capire qual è il momento in cui l’imitazione della natura deve fermarsi. Un quadro non è un processo verbale. Quando si tratta di un paesaggio, amo quei quadri che mi fanno venir voglia di entrarci per andarvi a spasso.”
Nel “Catalogo d’Arte e Poesia”: Il giardino delle Esperidi – Albo d’oro Artisti contemporanei, di recente pubblicazione, Francesca Misasi presenta l’artista in questi termini:
“ (…) Pittore versatile, eclettico e preparato, che riesce con pochi tocchi di pennello, a far rivivere sulla tela tutto il fascino arcano di un luogo, tutta la luce viva, trasparente fresca di un fiore, tutte quelle emozioni che i suoi occhi catturano su quel grande libro che è il libro della natura.”
E sempre su questa linea, nelle pagine monografiche, prosegue: “un libro della natura tradotto nel suo linguaggio; l’autore usa tale linguaggio espressivo, a pretesto, per aprirci la sua anima, facendoci conoscere la sua percezione del mondo e della realtà, i suoi chiaroscuri di vita e il suo essere uomo attraverso le esperienze di vita vissuta.”
Sul piano estetico quel linguaggio espressivo va accordandosi ad un profilo di carattere formale, in cui ciò che vien fuori ed emerge di peculiare, nell’arte di Giovanni Chiarella, è l’eleganza dello stile pittorico dove la luce direziona e indirizza, come farebbero un faro o un proiettore, lo sguardo, ora espandendolo sull’ampiezza integrale della tela, ora addensandolo e concentrandolo su alcune porzioni dello spazio pittorico o sui particolari.
La bellezza di quest’arte – secondo Francesca Misasi – s’intravede proprio nell’uso della luce e nella luce del linguaggio artistico di Giovanni Chiarella, in quel connubio tra la luce e gli oggetti/soggetti del quadro: “un linguaggio, capace di snodarsi con eleganza e stile in questi suoi dipinti in cui la pienezza della luce e del colore sposano l’anima del pittore che si nasconde tra le angolature profonde dei suoi folti e rigorosi abeti, nei maestosi pini secolari, negli anfratti dei portali decaduti e silenziosi, tra vasi di girasoli che chinano graziosamente la testa con timida eleganza o tra cesti vogliosi di frutta.”
L’arte di Chiarella travalicherebbe messaggio etico ed estetico, raggiungendo vette incontaminate di un messaggio più ampio e di respiro cosmico e a-temporale; un messaggio condensato in quel nucleo speciale che è la Creazione artistica: prodotto unico di libertà espressiva della Ragione, del ‘Sentimento Umano’ , dello Spirito.
La poetessa scrive: “E così mentre l’occhio si nutre del senso di serenità che si respira al primo impatto col dipinto, lo sguardo fruga oltre, indaga, vuole capire se, dietro quei pini così magistralmente reali e quieti, sotto quel cielo a volte accennato, quasi sfuggente, trovi rifugio quell’imperscrutabile tristezza e malinconia di un autore di fronte a quel paesaggio vasto e pieno di creazione. Emozione, bellezza e sentimenti contrastanti si uniscono in modo sincronico, gestuale, misterioso: l’anima si fa espressione cromatica e ritmica; mano e pennello, in uno splendido unisono, ricamano e fondono suggestione visiva, luce, colore.”
“Questo libro d’arte non è soltanto una sfida al nostro tempo che pare brancolare nel buio, ma è anche e soprattutto un modo per riconsegnare, a chi ne avrà desiderio e la pazienza di leggerlo, il valore dell’arte che resta come unica speranza per vedere il mondo in tutta la sua bellezza.
Chiarella in queste pagine d’arte e nelle sue tele, ha saputo trasmettere emozioni e cultura, riuscendo a fondere attraverso l’alchimia di tocchi di colore, sapientemente mescolati, la bellezza superba di un Creato in cui l’anima si specchia e si fa bella.
Le sinfonie artistiche racchiuse in questo volume sono doni che Chiarella consegna al mondo, affinché la bellezza del cuore non vada perduta.”