Alla scoperta del misterioso culto di San Gada: divinità femminile e fertilità
Le recenti ricerche archeologiche nell’area di San Gada a Laino Borgo, condotte dal Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne dell’Università degli Studi di Messina sotto la guida del professor Fabrizio Mollo, hanno una volta di più confermato la straordinaria ricchezza di questa località in termini di scoperte storiche. Nonostante la campagna di scavi di quest’anno sia ancora in corso e terminerà il prossimo venerdì 22 settembre, ha già prodotto una notevole quantità di ritrovamenti di grande rilevanza storica.
Queste ricerche fanno seguito a indagini precedenti condotte nel 2019, 2021 e 2022, durante le quali è stato esplorato un vasto isolato residenziale che ha svelato un vano centrale con una grande vasca rivestita di laterizi nel 2021, oltre a un ampio settore di produzione che comprendeva fornaci, pithoi (vasi di terracotta) e aree per lo stoccaggio e la lavorazione dell’argilla. Questo settore sembra essere stato utilizzato per la produzione di piccoli vasi a vernice nera.
Tuttavia, la campagna di quest’anno ha portato alla luce nuove e sorprendenti informazioni. In particolare, è stato individuato un ulteriore settore produttivo che comprende una grande vasca di decantazione, strutture connesse per l’approvvigionamento dell’acqua e una pavimentazione drenante in laterizi. La scoperta più significativa è stata quella di un sito religioso risalente alla fine del V secolo e all’inizio del III secolo a.C., dedicato a una divinità femminile e associato a rituali di passaggio e elementi legati alla fertilità. I reperti votivi, sia coroplastici che ceramici, forniscono un affascinante quadro dei culti seguiti dalla comunità che ha occupato l’area tra la fine del VI secolo e l’epoca ellenistica.
Secondo il professor Mollo, l’area di San Gada sta gradualmente rivelando la sua natura di centro urbano lucano, strutturato tra la metà del IV e la seconda metà del III secolo a.C. secondo il modello delle grandi case a cortile italiche, simili a Laos e Tricarico. Gli scavi sono stati condotti in base a una concessione ministeriale (decreto 230/2022) e hanno coinvolto la collaborazione della Sabap Cosenza, rappresentata dalla dottoressa Mariangela Barbato e dalla dottoressa Paola Aurino. L’area indagata copre la parte meridionale dell’ampio pianoro di Santa Gada, che con le sue dimensioni di quasi 50 ettari e la presenza di materiali e strutture in tutti i pianori, si configura come il più importante insediamento abitativo nella valle del Lao-Mercure.
Le stratigrafie rivelano anche la presenza di materiale risalente all’epoca arcaica (VI-V secolo a.C.), ma le forme di insediamento di questa fase richiedono ulteriori approfondimenti. Nel corso del 2022 e del 2023, è stata condotta l’indagine del settore della necropoli di epoca ellenistica, con la scoperta di una decina di tombe a cassa e cappuccina, ognuna con ricchi e articolati corredi funerari.
Questa ricerca rappresenta un notevole esempio di collaborazione tra diverse entità. Il comune di Laino Borgo, guidato dal sindaco Mariangelina Russo, ha sostenuto attivamente le attività di scavo, fornendo supporto logistico e ospitalità alla missione di ricerca dell’Università di Messina, che quest’anno ha coinvolto circa 20 ricercatori. I finanziamenti per i lavori sono stati forniti dal Parco Nazionale del Pollino e dal RUP Luigi Bloise. Anche la restauratrice dottoressa Flavia Gazineo e la dottoressa Donatella Novellis, archeobotanica, hanno contribuito in modo significativo alla missione. Tuttavia, i veri eroi di questa missione sono i giovani ricercatori che stanno contribuendo a delineare una complessa realtà archeologica a Santa Gada, che si rivela fondamentale non solo per la valle del Lao-Mercure ma per l’intera regione della Calabria.
Il sindaco di Laino Borgo, ringraziando il professor Mollo e il suo team, ha sottolineato l’importanza di valorizzare questo sito archeologico e ha fatto appello alla Regione Calabria affinché fornisca i finanziamenti necessari per il completamento del parco archeologico e del museo correlato. La scoperta continua di tesori nascosti a San Gada offre l’opportunità di riscoprire la storia e le origini di questa regione, un patrimonio che merita di essere condiviso e preservato per le generazioni future.