Il Museo Nazionale Archeologico della Sibaritide ha recentemente scoperto una tomba romana e ospitato un evento eccezionale intitolato “Mnemosyne. La memoria e la salvezza”, organizzato dalla Soprintendenza Abap di Cosenza e dal Parco archeologico. L’evento ha riguardato gli interventi di scavo e restauro di una sepoltura scoperta nella necropoli dell’antica Thurii, che è diventata oggetto di un laboratorio-cantiere aperto al pubblico con finalità didattico-scientifiche.
All’incontro hanno partecipato importanti personalità come il direttore dell’area archeologica di Sibari, Filippo Demma, Paola Aurino, Soprintendente Abap di Cosenza, Vito D’Adamo, capo segreteria del sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni in rappresentanza del Governo, Fabrizio Sudano, direttore Segretariato regionale del Ministero della cultura per la Calabria, e l’assessore regionale allo sviluppo economico e agli attrattori culturali, Rosario Varì.
SCOPERTA TOMBA ROMANA
Durante l’incontro è stata annunciata la scoperta di una tomba romana risalente verosimilmente al IV secolo aC in una zona vicina all’area archeologica sibarita e corrispondente alla necropoli di Thurii. La straordinarietà del rinvenimento sta nel fatto che tra gli elementi di corredo recuperati ci sono alcuni frammenti di una lamina aurea del tipo cosiddetto “orfico”. Questo oggetto è molto raro e si trova in pochi esemplari in Magna Grecia, a Creta e in Tessaglia. La foglia d’oro viene utilizzata come supporto di un testo che contiene le istruzioni affinché il defunto possa orientarsi nell’aldilà.
In base ad un protocollo di collaborazione, il Parco di Sibari e la Soprintendenza di Cosenza hanno deciso di trasformare la scoperta in un’occasione di conoscenza, procedendo ad allestire un cantiere di ricerca e restauro visitabile e aperto al pubblico. La nuova scoperta offre, soprattutto, l’opportunità di indagare il suo contesto e il suo possessore. Sarà possibile conoscere finalmente di più su chi fossero le persone che 2300 anni fa credevano nella metempsicosi e praticavano rituali per raggiungere la beatitudine oltre la morte.
Il progetto è diviso in diverse fasi, che si svolgeranno in un laboratorio del Museo Archeologico Nazionale della Sibaritide. Un’antropologa effettuerà il micro scavo della sepoltura, con il quale si aspetta di trovare i frammenti mancanti della laminetta “orfica” o altri esemplari interi, mentre contestualmente avverrà il restauro della copertura della tomba e del corredo che man mano potrà ancora venire alla luce .
L’iniziativa rappresenta un’occasione unica per scoprire e conoscere meglio la storia antica e la cultura della Magna Grecia.
Grazie al laboratorio-cantiere aperto al pubblico, i visitatori potranno assistere alle fasi del restauro della sepoltura e del corredo e scoprire i dettagli della vita e della cultura delle persone che vivevano in quei tempi antichi.
La scoperta della lamina aurea del tipo “orfico” è particolarmente importante perché fornisce ulteriori informazioni sulla pratica della metempsicosi e sui rituali funebri nell’antica Magna Grecia. Questi dati ci aiutano a comprendere meglio le credenze e le pratiche spirituali di una civiltà antica, nonché a gettare luce sulla vita e la morte dei suoi abitanti.
Inoltre, l’apertura del laboratorio-cantiere al pubblico rappresenta anche un’importante occasione di educazione e sensibilizzazione sulla storia e la cultura dell’antica Magna Grecia. I visitatori avranno la possibilità di apprendere e scoprire la storia della Calabria e dell’Italia attraverso la scoperta e lo studio di oggetti antichi, fornendo loro una maggiore comprensione del passato e delle radici della loro cultura.
La scoperta della sepoltura nella necropoli dell’antica Thurii rappresenta un importante traguardo per la ricerca archeologica in Italia.
Si tratta di un progetto importante per la valorizzazione del patrimonio culturale italiano, che merita di essere sostenuto e promosso.
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