Ha aperto i battenti “Settembre al Parco” con il convegno “Storie Migranti Accoglienza e Solidarietà: valori calabresi”. La manifestazione si porterà avanti fino al 21 settembre al Parco della biodiversità mediterranea di Catanzaro.
Ospite d’onore dell’iniziativa, che si è svolta nella sala conferenze “Levato” del Musmi (Museo storico militare), nel cuore del Parco della biodiversità, introdotta dalla direttrice Rosetta Alberto, il sindaco di Riace Domenico Lucano “che è – ha detto il presidente Mario Oliverio nel suo intervento – l’esperienza di Riace che lui rappresenta”. Ed ha aggiunto: “Lucano è una persona, un calabrese, che non solo ha fatto una scelta di campo: quella della civiltà ma ha costruito un modello di accoglienza e di integrazione che ha consentito di rivitalizzare un borgo e di creare lavoro per la comunità residente. Un modello alternativo a quello basato sulle paure e che spinge sulle limitazioni delle libertà”.
L’iniziativa, moderata dal co-direttore del settimanale Famiglia Cristiana Luciano Regolo, ha inaugurato di fatto la stagione 2018 di “Settembre al Parco NaturArt”, rassegna storicizzata che si avvale del sostegno economico della Regione Calabria con i fondi destinati ad interventi per la valorizzazione del sistema dei beni culturali e per la qualificazione e il rafforzamento dell’attuale offerta culturale annualità 2018, realizzato dalla Provincia di Catanzaro, è stata dedicata all’accoglienza e all’integrazione dei migranti all’insegna di una Calabria che accoglie e fa della diversità una risorsa. E in tal senso il sindaco Lucano ha esordito affermando che “l’esperienza di Riace fa emergere l’anima antica e nuova della Calabria, di questa terra che deve essere legata a un senso spontaneo di sensibilità, perché non si può fare campagna elettorale sull’opposto della natura umana. L’accoglienza, e soprattutto l’integrazione, per noi ha rappresentato la possibilità del futuro per la comunità di Riace. Quanti arrivano da noi sono esseri umani e Riace è la prova concreta che è possibile affrontare il fenomeno dell’immigrazione con una dimensione umana”. Lucano poi, rispondendo ad una domanda sulla sospensione della fiction Rai, ha evidenziato che “probabilmente milioni di italiani e di persone all’estero che avrebbero visto la serie televisiva avrebbero capito che se la convivenza di diverse culture è stata possibile in un territorio limite quale Riace, con tutti i suoi problemi di abbandono, declino demografico e rassegnazione sociale, sarebbe stata possibile ovunque. Il messaggio della fiction sarebbe stato controcorrente rispetto a quello che oggi sta accadendo in Italia, dove addirittura – ha rilevato il sindaco – si crea il consenso politico spingendo sempre più verso la civiltà della barbarie. Noi abbiamo costruito un laboratorio politico di scambi e la rivendicazione – afferma Lucano riferendosi alle vicende giudiziarie che lo hanno coinvolto portandolo anche ad uno sciopero della fame – non è stata solo economica ma principalmente contro l’occultamento di questa esperienza.
I lavori sono stati introdotti dal presidente della Provincia Enzo Bruno con queste parole: “attraverso questa manifestazione diamo voce ai valori della vera Calabria. La rassegna, affidata alla direzione artistica di Massimo Fotino, in sette giorni vivrà decine di spettacoli, opere teatrali, grandi concerti dibattiti. E lo facciamo nonostante le grandi difficoltà economiche che oggi vivono le Province. Per questo devo ringraziare in particolare la Giunta regionale e il presidente Oliverio che ha puntato su Catanzaro capoluogo della Calabria e ci ha consentito di mantenere a questi livelli il Parco della Biodiversità, uno dei parchi più belli d’Italia”.
Al convegno sono intervenuti anche il direttore del Corriere della Calabria Paolo Pollichieni il quale ha sostenuto che “il modello Lucano mette in difficoltà il business dell’accoglienza. Se ci fosse un reato di ingenuità Mimmo sarebbe condannato all’ergastolo. Non è ancora cosciente del casino che ha combinato”; il Presidente dell’associazione Gutemberg Armando Vitale secondo cui “la scuola deve creare un clima che sollevi il problema di cosa è il fenomeno dell’immigrazione per difendere i diritti di civiltà della nostra Europa. Serve una grande mobilitazione politica, civile, ideale”.