Dalle culture antiche alle tecniche artigianali: il fascino della tessitura in Calabria
La Calabria, situata nel cuore dell’Italia meridionale, custodisce un tesoro prezioso e spesso misconosciuto: la tradizione tessile. Un vero e proprio scrigno di tecniche e disegni tramandati nel corso dei secoli di generazione in generazione, attraverso l’antica arte della tessitura locale. Ripercorrendo le tappe della storia e della cultura calabrese, ci si immerge in un mondo di creatività e dedizione che ancora oggi continua ad essere tramandato attraverso la lavorazione artigianale dei meravigliosi telai manuali che hanno adornato le case di tante famiglie calabresi.
La storia della tessitura calabrese affonda le sue radici nella lontana epoca della cultura Enotria, datata al XV secolo a.C. Antichi pesi enotri rinvenuti nella zona della piana di Sibari, in Località Timpone della Motta, testimoniano la presenza di una “Casa delle Tessitrici”, segno tangibile di una tradizione tessile già fiorente in quei tempi antichi.
Con il passare dei secoli e l’avvicendarsi di migrazioni e dominazioni, l’arte della tessitura calabrese ha iniziato ad assumere i caratteri distintivi che la rendono unica ancora oggi. In particolare, gli scambi culturali con l’Arabia e l’Impero Bizantino hanno permesso alle donne calabresi di acquisire nuovi stili grafici e tecniche di tessitura che si possono ancora ammirare nei lavori tradizionali realizzati ai giorni nostri.
La tessitura è stata per lungo tempo un elemento fondamentale nella cultura calabrese. Quasi ogni casa ospitava un telaio con cui si creavano manufatti utili nella vita di tutti i giorni o da conservare come prezioso corredo per le spose. Spesso, il telaio stesso era incluso nella dote delle giovani donne, e talvolta era l’amato stesso a costruirlo come dono speciale per la futura sposa.
Le tecniche principali impiegate nella tessitura tradizionale calabrese sono tre. La prima è la “tecnica a licci”, che consente di realizzare trame più semplici adatte per la produzione di lenzuola, asciugamani e biancheria per la casa. Questi tessuti erano decorati con disegni ottenuti attraverso particolari intrecci realizzati con la pedalatura del telaio. Tra i motivi più diffusi si trovano Rosa e Spagna, Rosa Spampinata, Rota e u carru, Pinna e Pavone.
La seconda tecnica è più complessa ed è chiamata “Trappigna”. Con questa tecnica si producono pregiati broccati spolinati, perfetti per creare arazzi e coperte nuziali. Si parte da un tessuto di base al quale si aggiungono trame supplementari per creare disegni intricati, che rivelano l’evidente influenza delle culture arabe e bizantine.
L’ultima tecnica, denominata “a Pizzulune”, permette di ottenere tessuti a rilievo, creando interessanti effetti tattili e visivi.
In tutta la Calabria, è possibile approfondire le tecniche e la storia dell’arte tessile regionale. Diversi centri eccellenti meritano una visita, tra cui Tiriolo, famoso per i magnifici vancali, ovvero gli scialli tradizionali. A Catanzaro, il Museo dell’Arte della Seta, situato all’interno della Scuola Media “G. Mazzini”, offre una preziosa opportunità di conoscere da vicino questa tradizione millenaria.
A Longobucco, in provincia di Cosenza, il telaio è ancora uno dei simboli locali, e presso l’ex Convento dei Frati Francescani è possibile visitare la Mostra Permanente Artigianato e Antichi Mestieri, dove si possono ammirare esempi di straordinarie opere realizzate dai maestri artigiani locali.
Infine, nella zona della Locride, l’antica arte della tessitura al telaio della ginestra continua a sopravvivere e arricchisce la tradizione tessile calabrese con la sua unicità e bellezza senza tempo.
In conclusione, la Calabria è una regione che nasconde un patrimonio di tradizioni tessili di inestimabile valore. Ogni opera realizzata tramite le tecniche tramandate nel corso dei secoli rappresenta un legame vivo con il passato e un’occasione per celebrare la cultura e l’abilità artigianale delle persone che, con amore e dedizione, continuano a custodire e preservare quest’antica e affascinante arte.
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