E’ stato presentato presso il salone parrocchiale della Chiesa San Pio X il libro dello scrittore catanzarese Ferdinando Capicotto dal titolo “The Chosen One – La Profezia” (Talos Edizioni).
Un’iniziativa culturale all’interno del progetto voluto dal parroco Don Franco Isabello nel tentativo di mettere in luce i talenti, specialmente dei giovani. In particolare è stato un evento per ricordare la figura di San Giovanni Bosco di cui è celebre la citazione: “Basta che siate giovani perché io vi ami assai”.
Il racconto è un romanzo fantasy, il primo di una trilogia, rivolto soprattutto ai più giovani, specialmente per le tematiche trattate, ma anche per uno stile lineare e semplice, che predilige il dialogo fra i protagonisti.
Emarginazione sociale, insicurezza, solitudine, amicizia, amore sono alcuni degli argomenti delle 300 pagine del volume di Capicotto.
Il messaggio in particolare che il giovane scrittore vuole lanciare attraverso questo libro è di “credere in se stessi e nelle proprie qualità”, attraverso il continuo ed incessante miglioramento, non fermandosi mai, specialmente di fronte alla difficoltà. E di difficoltà ne incontrerà tante durante il suo cammino il giovane protagonista Max, un ragazzo di 17 anni che ha scarsa fiducia in sé.
Attraverso l’esempio di Max, Capicotto ha voluto dimostrare come niente sia impossibile con la determinazione, la passione e con i giusti punti di riferimento che oggigiorno giocano un ruolo fondamentale, specialmente per i più giovani. In questo caso l’autore usa la fantasia come veicolo per lanciare il messaggio di scoprire le proprie capacità e di farle fruttare, mettendole in pratica, in particolare nei momenti più bui della nostra esistenza. Nell’epoca dei social network a mancare è il dialogo. Niente però vale quanto un sorriso o un abbraccio da persone che ci vogliono bene veramente. Questo è importante, non i like o le amicizie su Facebook o su Instagram.
Un valido aiuto può giungere dal gruppo dei pari, ma anche da parte di chi ha già maturato le proprie esperienze a patto però che si inneschi un meccanismo di empatia, così come accaduto fra Max ed il suo allenatore. Un altro tema importante che la moderatrice Rosita Mercatante ha voluto trattare durante l’evento è stato quello del destino. Capicotto su questo è molto chiaro: “per me non è esiste. La casualità ci mette di fronte a delle scelte, ma siamo noi gli artefici del nostro destino con i nostri comportamenti. Noi siamo il frutto delle nostre scelte”.
Non può mancare nel romanzo l’amore, “un gioco per tentativi ed errori” secondo l’autore. Il giovane protagonista, anche attraverso i primi innamoramenti scoprirà di poter amare ed essere amato. Ciò vuole essere un messaggio verso i più giovani, di credere in un sentimento che sta attraversando un periodo delicato, nell’epoca del virtuale. Insomma sull’esempio di Max, ognuno di noi può dare un senso alla sua vita, ma deve crederci. È questo il messaggio di speranza.