“È una notte come tutte le altre notti e una notte con qualcosa di speciale. […] Vedo che stelle che cadono, è la notte dei desideri!” canta Jovanotti.
Il 10 Agosto si celebra la festa di San Lorenzo, la notte delle stelle cadenti.
Per alcuni questa notte potrebbe essere una come tante, per i sognatori invece è la notte in cui l’impossibile diventa possibile. È la notte che dà la possibilità di credere nei proprio sogni e sperare che si avverino.
Una notte in cui scienza, storia e religiosità si intrecciano divenendo un tutt’uno. Scientificamente sappiamo che quelle che chiamiamo erroneamente “stelle cadenti” sono in realtà le Perseide, dal nome della costellazione di Perseo. Uno sciame di meteore ovvero detriti che si incendiamo venendo a contatto con l’atmosfera terrestre durante il periodo estivo, rendendo possibile la visione di queste magnifiche scie luminose nel cielo.
Non tutti, però, sanno che questo evento ha origini storiche che risalgono all’antica Roma oltre che religiose.
Origini storiche
Le origini storiche provengono dall’antica Roma e dalla Grecia. Nella tradizione romana il fenomeno delle stelle cadenti si ricollegava al mese di Agosto, durante il quale si svolgevano varie processioni e feste agricole.
Durante queste processioni si celebrava Priapo, il Dio della fertilità e il fenomeno delle stelle cadenti veniva associato all’eiaculazione del Dio che garantiva una buona fertilità dei campi.
Origini religiose
La tradizione cristiana diverge completamente da quella pagana. In tal caso si richiama alla figura di Lorenzo, arcidiacono vissuto durante l’epoca di Valeriano.
L’imperatore in quel periodo firmò la condanna a morte di vescovi e diacovi, così Lorenzo venne bruciato sulla graticola. Le stelle cadenti raffigurerebbero i carboni ardenti causati dalla morte del Santo.
In ogni caso, questa notte tutti con il naso all’insù ad ammirare lo spettacolo.
“Durante la notte di San Lorenzo gli attimi si fermano e ogni cosa diventa possibile e impossibile insieme, il potere è in mano ai tuoi desideri. Coltivali, sognali, amali, esprimili” – Stephen Littleword