Giacomo Leopardi aveva appena vent’anni quando, nel 1819, scrisse “L’Infinito”, una delle liriche più belle della letteratura italiana. Mentre passeggiava sul Tabor, Leopardi – che era solito salire nei lunghi pomeriggi solitari, sulla cima del colle, nei pressi della sua villa di Recanati – trovò l’ispirazione per questa poesia.
Che sarà pubblicata soltanto nel 1826 negli “Idilli”, quando Giacomo sarà ormai lontano da Recanati.
Dove si trova oggi “L’Infinito”
Oggi l’autografo dell’Infinito di Giacomo Leopardi del 1819 è conservato alla Biblioteca Nazionale di Napoli, dove è stato esposto in occasione dei 200 anni de “L’Infinito”.
L’autografo del 1819 è vergato con penna a ductus fine e inchiostro scuro, ed è di grande importanza letteraria e filologica, perché permette di esaminare gli interventi correttori di Giacomo Leopardi e di ripercorrere la cronistoria delle scelte e dei ripensamenti del poeta recanatese.
Il dono della Rai e Mibact a Leopardi
“Un dono senza volto e senza nome, una dichiarazione d’amore collettiva da parte di grandi artisti nei confronti di una poesia che ci portiamo dentro per tutta la vita. Del resto, la canzone d’autore è erede della grande poesia”.
Così il ministro per i Beni e le attività culturali e il Turismo Dario Franceschini ha commentato il video che insieme Rai e Mibact hanno ideato per chiudere il bicentenario del “L’Infinito” di Giacomo Leopardi, nel quale 22 artisti della canzone italiana leggono un frammento della poesia.
Questo omaggio sonoro e visivo, che sarà in onda fino ad oggi, 31 dicembre 2019, appare come un grande mosaico di voci misteriose, perché i volti e i nomi degli artisti coinvolti non saranno rivelati.
“Non vogliamo dire i nomi di questi artisti che gratuitamente hanno donato la propria voce”, ha aggiunto il ministro, “il primo ad ascoltare e vedere il video è stato il Presidente Sergio Mattarella, che nel 2019 volle fare un viaggio a Recanati al Museo dedicato all’Infinito. Da quel viaggio nacque l’idea di questa iniziativa”.
La poesia
Il 2019 volge al termine, portandosi dietro dunque questo anniversario speciale. E per rendere omaggio ad un’opera che ha lasciato il segno nella letteratura e nella cultura italiana e non solo, ho pensato di riportarne integralmente i versi, per ripercorrere insieme un viaggio nella memoria e nella (ri) scoperta:
Giacomo Leopardi, “L’infinito”, 28 Maggio 1819 (Canti,XII).
“Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s’annega il pensier mio:
e il naufragar m’è dolce in questo mare”.
31 dicembre 2019 “verso – L’Infinito – e oltre”
Ma questo articolo non vuole essere soltanto un omaggio al passato. Vuole invece essere una proiezione al futuro.
E allora che questo omaggio ad un uomo, ad un artista, ad un poeta, alla poesia, alla letteratura, alla cultura stessa, possa essere un augurio per tutti i lettori di Calabria Magnifica.it, per un nuovo anno. Per un 2020 che oramai è alle porte. Che sia un anno pieno di gioia, di divertimenti e di felici eventi.
Ma che sia anche un anno pieno di riflessione, perché di errori ne sono stati commessi tanti.
E che sia un anno, perché no, di ritorno alla magia della “poesia”.
Intesa come semplicità, come genuinità. Poesia intesa come dolcezza, sensibilità, attenzione verso L’Altro e verso ciò che ci circonda.
Torniamo a prendere in mano “un foglio bianco ed una penna”.
Proviamo a “scriverci sopra una riga”.
Forse scopriremmo che c’è qualcosa in più di Noi e del Mondo che non sapevamo.
O che avevamo dimenticato.
Proviamo poi a rileggerla. Proviamo poi ad ascoltarci. Ad ascoltare il Mondo.
Così da un momento di “silenzio” potremmo ritornare alla vita di tutti i giorni, che fa tanto “rumore”.
E così fermandoci per un attimo, potremmo poi ripartire. E allora grazie a Leopardi, per avermi fatto “fermare”. Spero che questo articolo riesca a “fermare” per un attimo anche voi. Così insieme potremmo ripartire da quell’infinito silenzio e andare avanti. “Verso – L’Infinito – e oltre”.