Villaggio Mancuso ospita una mostra dedicata al centenario di Vittorio De Seta: un’esposizione che rivela il legame tra il regista e il territorio della Sila
TAVERNA (CZ), 02 AGO 2024 – Sabato 3 agosto alle ore 11 prenderanno il via le iniziative culturali a Villaggio Mancuso, presso lo Chalet del Bosco a Monaco, negli spazi messi a disposizione dai Carabinieri Forestali del Reparto Biodiversità di Catanzaro. L’evento principale sarà la grande mostra “Vittorio De Seta Lettere dal Sud”, inaugurando le celebrazioni per il centenario della nascita del celebre maestro del cinema italiano. La mostra è realizzata con il sostegno del MIUR e del MIBACT, grazie all’Istituto De Nobili di Catanzaro e alla Cineteca della Calabria, ed è curata da Eugenio Attanasio e Antonio Renda, con la collaborazione di Lidia Elia e della Pro Loco di Taverna.
La mostra ha un significato particolare per il territorio della Sila Catanzarese grazie alla presenza della figura materna di Maria Elia, che costruì a Buturo la storica Torre della Marchesa, punto di riferimento topografico ancora oggi. La Torre era il luogo dove il giovane Vittorio de Seta trascorreva le vacanze estive. Maria Elia, madre di Vittorio, era una figura straordinaria e controversa della scena politica e culturale dell’epoca, con legami con gerarchi, artisti e pittori. Il suo rapporto burrascoso con il figlio è raccontato nel film “Un uomo a metà”.
L’allestimento offre una panoramica sui film e documentari del maestro, che rappresentano un’opera aperta sul mondo delle nuove immigrazioni, sulla società italiana e sulle aree depresse e svantaggiate del Sud Italia. La mostra illustra i viaggi e i ritorni nel meridione di Vittorio De Seta, che ha raccontato cinquant’anni di storia italiana con l’occhio dell’antropologo e la sensibilità dell’artista. Discendente da una famiglia che ha dato due sindaci a Catanzaro, De Seta è considerato uno degli ultimi meridionalisti, il cui cinema è diventato un punto di riferimento per molti autori della scuola del cinema del reale.
La carriera di De Seta inizia nel 1954 tra Calabria e Sicilia, dove scopre una realtà affascinante e misteriosa fatta di contadini, pastori, pescatori e minatori, che lottano contro la natura per sopravvivere. Questo viaggio tra Sicilia, Sardegna e Calabria dura cinque anni e culmina nella realizzazione di dieci preziosi documentari autoprodotti, che segnano la sua carriera e preparano il terreno per il passaggio al lungometraggio. Il debutto trionfale avviene con “Banditi ad Orgosolo” alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1961, salutato come il ritorno del cinema neorealista nell’Italia del boom economico.
L’importante allestimento è il risultato di un lungo lavoro della Cineteca della Calabria sul regista, iniziato vent’anni fa con la ristampa dei documentari del 1954-59 e proseguito con la pubblicazione di un volume su De Seta. Oggi, questo lavoro continua con la raccolta di lettere inedite, diari, articoli, conversazioni e testimonianze che ripercorrono i momenti più significativi del regista e dell’uomo. Tra i contributi autentici e qualificati si trovano quelli di Domenico Levato, Luigi Stanizzi, Davide Cosco, Franco Santopolo e Isabella Musacchio.
L’ingresso alla mostra è libero, dalle ore 10 alle 18. Un’opportunità imperdibile per conoscere meglio la figura di Vittorio De Seta e il suo contributo al cinema e alla cultura italiana.