BOTRICELLO (CZ), 18 MAG 2018 – Le parole di Rosanna Scopelliti per raccontare la figura del padre e le ore drammatiche del delitto, ma anche la testimonianza di un giudice impegnato in prima linea, Giuseppe Valea. Quindi tanti ragazzi, docenti e cittadini per la “Giornata dedicata ad Antonino Scopelliti”, alla presenza di associazioni e istituzioni locali.
La manifestazione promossa ieri dall’Amministrazione comunale di Botricello, dall’Istituto comprensivo e con la collaborazione della “Fondazione Antonino Scopelliti”, ha segnato uno straordinario momento di confronto e la scoperta del magistrato e dell’uomo ucciso dalla mafia il 9 agosto 1991.
L’incontro è stato introdotto e moderato dal vicesindaco Simone Puccio, mentre Rosanna Scopelliti ha ricordato la figura del padre, ha parlato ai giovani ed ai meno giovani con parole di grande sensibilità: “Questa è un’iniziativa che va oltre la cerimonialità, dopo la travagliata vita amministrativa di questa città è importante mettere un punto e andare a capo per fare in modo che Botricello torni ad essere quello che è: una comunità che ha il coraggio di lavorare per dire di no alle infiltrazioni e alle mafie”. Particolarmente emozionante il racconto di Rosanna Scopelliti, prima sulla vita del padre, poi le esperienze professionali, quindi sulla giornata in cui venne ucciso: “Il magistrato è una persona che fa il suo lavoro come chiunque altro, non è un supereroe – ha sottolineato -. Prima del maxi processo contro Cosa nostra, mio padre ha ricevuto un’offerta di cinque miliardi di lire per chiudere un occhio. Lui ha rifiutato, perché lui voleva fare il suo lavoro, firmando così la sua condanna a morte”. Davanti a centinaia di studenti, in un silenzio surreale, Rosanna ha raccontato l’attesa della figlia di 7 anni, la sera del 9 agosto, quando la consueta e puntuale telefonata del padre non arrivò. “Il telegiornale parlò di un attentato in provincia di Reggio Calabria, e noi capimmo subito”. Sullo sfondo la figura di Totò Riina, lo scambio di favori tra Cosa nostra e ‘ndrangheta, la mediazione per fare chiudere la guerra di mafia nel Reggino, “lavando l’accordo con il sangue di mio padre”, come ha detto Rosanna.
“Quand’ero piccola – ha aggiunto Scopelliti – non mi portavano nel passeggino, ma in una grande borsa rossa per non far vedere che esistevo, trasformandomi in un possibile bersaglio”. Rispetto al fenomeno della ‘ndrangheta, ha sottolineato che “solo nel 2005 troviamo la ‘ndrangheta sbattuta sui giornali, con l’omicidio Fortugno che provocò la reazione della gente, come avvenne a Palermo con Falcone e Borsellino. La ‘ndrangheta diventa forte perché noi glielo abbiamo permesso, ma iniziative come queste diventano fondamentali, dobbiamo imparare a dire di no alle infiltrazioni con la pratica della legalità”.
La vita del giudice, impegnato in prima linea, è stata testimoniata dal giudice Giuseppe Valea, presidente Seconda sezione penale del Tribunale di Catanzaro. Anni di studio, di sacrifici, di impregno, di privazioni, anche rispetto alla propria famiglia e alla vita privata. “La mia scelta di fare il magistrato è arrivata sin da piccolo, non ho mai fatto il ladro giocando a ‘guardia e ladri’. Scopelliti non amava particolarmente le interviste, lavorava in silenzio, ed allora perché la mafia si è accanita contro di lui? Perché non tutti i magistrati sono uguali, far dire a Scopelliti una cosa davanti al processo giudicante avrebbe avuto un certo effetto sui giudici. Questo valorizza ancora di più la figura di Scopelliti che, pur sapendo che poteva aderire al patto corruttivo, ha detto di no”.
Nel corso degli interventi, Rosaria Altilia, esperta del tribunale di Sorveglianza, ha ricordato alcuni episodi vissuti con la famiglia Scopelliti, quindi ha aggiunto: “Scopelliti credeva molto nella qualità umana delle persone, nessun giudice decide per una condanna a cuor leggero”.
Il parroco don Rosario Morrone, la dirigente scolastica, il sindaco Michelangelo Ciurleo, hanno evidenziato l’importanza di questo progetto inserito nel Piano triennale dell’offerta formativa grazie alla collaborazione tra scuola e Amministrazione comunale.