In merito alle polemiche scaturite dopo il successo del Comune al Bando del Mise per la sperimentazione della tecnologia 5G, che ha consentito alla città di Catanzaro di ricevere un finanziamento di 500mila euro, il Capo di gabinetto, Antonio Viapiana, e il dirigente alla Programmazione, Antonio De Marco, hanno voluto precisare alcuni aspetti.
I dati citati dai due dirigenti di Palazzo De Nobili sono riportati da Asstel, l’associazione della filiera delle telecomunicazioni di Confindustria. E prendono in considerazione diversi studi scientifici, fra cui quello del Politecnico di Milano.
“Importanti enti e centri di ricerca come l’Oms, la Iarc (International agency for research on cancer), lo Scenihr (Scientific committee on emerging and newly identified healt risks), lo Scheer (Scientific committee on health, environmental and emerging risks), la Commissione internazionale per la protezione dalle radiazioni non ionizzanti (Icnirp), l’Istituto superiore di sanità e il Centro universitario di ricerca sulle interazioni fra campi elettromagnetici e biosistemi, hanno ritenuto in maniera concorde che non sussistano evidenti rischi per la salute umana con i limiti di emissioni raccomandati dalla stessa Icnirp e dall’Unione Europea all’esposizione ai campi elettromagnetici derivanti da alte frequenze”.
“In particolare – hanno sottolineato Viapiana e De Marco -, alla tecnologia 5G vengono applicate le stesse linee guida degli altri sistemi già in uso, vale a dire 2G, 3G, 4G, Wifi e Wifi Max, in base alle raccomandazioni prodotte nel 1998 dalla Commissione internazionale per la protezione dalle radiazioni non ionizzanti (Icnirp). Le raccomandazioni sono state costantemente aggiornate nel tempo e risultano, ancora adesso, adeguate alla tutela della salute. La Commissione è riconosciuta dall’Organizzazione mondiale della Sanità ed è universalmente ritenuta attendibile e indipendente”.
Viapiana e De Marco hanno poi ribadito come “gli organismi internazionali e gli studi specifici si riferiscano agli effetti sulla salute umana delle emissioni elettromagnetiche del 5G in base ai limiti generali certificati da Icnirp, che sono decisamente più alti di quelli attualmente in vigore in Italia: il rapporto in Italia è di 50mila volte sotto la soglia di rischio. Vale la pena precisare che gli effetti per la salute umana dipendono dai livelli di emissione vincolati dalla legge: quelli del 5G non sono diversi ”.
“Va da sé – hanno proseguito i due dirigenti – che nulla osta alla sperimentazione sul territorio comunale della tecnologia 5G, la quinta generazione di rete mobile, realizzata per consentire più velocità, reattività e connessione dei dati, e di conseguenza finalizzata ad aumentare l’applicazione tecnologica nei campi del commercio, della sanità, dell’occupazione e della formazione, della sicurezza, così come di energia e ambiente, trasporti, industria 4.0 e smart city”.
“Il progetto del Comune che ha vinto il bando del Mise – hanno concluso Viapiana e De Marco – è un’opportunità importante per il capoluogo calabrese che l’amministrazione guidata da Sergio Abramo non ha voluto lasciarsi sfuggire e non s’è fatta sfuggire. Il Comune di Catanzaro non è stato l’unico a partecipare al bando del Ministero, risultando vincitore nonostante la partecipazione di enti di ricerca come il Cnr di Roma e Torino, o la Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, o l’università La Sapienza di Roma. Inoltre, particolare valenza nel progetto di Catanzaro è rivestita dal partenariato coinvolto dal Comune, arricchito in special modo dalla presenza autorevole della Facoltà di Medicina dell’Università Magna Graecia.
Se qualcuno taccia di irresponsabilità l’amministrazione di Catanzaro deve tacciare di irresponsabilità anche e prima quei centri di ricerca che hanno partecipato al bando senza vincerlo. Resta fermo che in presenza di controindicazioni riconosciute dalla comunità scientifica internazionale, finora assenti, saremmo disponibilissimi ad agire di conseguenza”.