Procura chiede di ribaltare l’assoluzione di un medico nel caso di coma da 9 anni dopo il parto
Il triste caso di Catia Viscomi, l’oncologa rimasta in coma da nove anni dopo il parto, è tornato sotto i riflettori giudiziari. Dopo circa tre anni dal verdetto di primo grado, due medici del Pugliese di Catanzaro, il ginecologo Francesco Quintieri e Mario Verre, direttore del dipartimento interaziendale di Terapia Intensiva nell’Azienda Ospedaliera Pugliese- Ciaccio, sono tornati sul banco degli imputati, questa volta per il processo di secondo grado.
Il dirigente Quintieri era stato condannato in primo grado per lesioni personali colpose e falso ideologico, mentre Verre era stato assolto dalle accuse di lesioni e rifiuto di atti di ufficio. Tuttavia, la Procura ha proposto appello per Verre sulla base di “motivazioni illogiche” che avrebbero portato alla sua assoluzione.
Secondo la Procura, entrambi i medici erano a conoscenza delle precarie condizioni di salute dell’anestesista presente durante il parto di Catia Viscomi, che aveva disattivato gli allarmi di rilevazione dei parametri vitali, ma avevano omesso di compiere gli atti dovuti per impedire le sue condotte. In particolare, Verre avrebbe dovuto rimuovere l’anestesista dal suo incarico e proporre al Comitato di dipartimento misure correttive necessarie.
Il caso di Catia Viscomi ha scosso l’opinione pubblica e i familiari della vittima non hanno mai smesso di lottare per ottenere giustizia. Fin dall’inizio, si sono opposti alla richiesta di chiudere il caso e hanno manifestato sotto la sede della Procura per chiedere che il processo andasse avanti. La comunità di Soverato, dove Catia è sempre vissuta, ha organizzato una fiaccolata e tutti insieme hanno gridato il suo nome, chiedendo che non venisse dimenticata.
Il marito di Catia, Paolo Lagonia, ha commentato la fissazione della data di appello su Facebook, affermando che i familiari, gli amici e tutti coloro che hanno apprezzato Catia come donna e professionista continuano a chiedere giustizia con forza e determinazione.
Il processo di secondo grado si terrà il prossimo 3 luglio e si spera che si faccia piena luce sulla vicenda.