Soprintendenza: le ragioni di Catanzaro contro il campanile di Crotone

MIBACT

Riceviamo nota stampa di Osservatorio per il Decoro Urbano di Catanzaro, Catanzaro nel Cuore, Petrusinu ogni minestra:

Avevamo rimosso dalla memoria i toni sprezzanti che le due parlamentari del Movimento Cinque Stelle, la senatrice Margherita Corrado e la deputata Elisabetta Barbuto, avevano utilizzato sulla stampa e sui social contro il Sindaco di Catanzaro nonché Presidente della Provincia di Catanzaro e, addirittura, nei confronti dell’intera città Capoluogo della Regione Calabria, allorquando dai Tre Colli erano stati depositati dinanzi al TAR Lazio i ricorsi avverso il decreto ministeriale n. 21 del 28.01.2020, nella parte in cui individuava in Crotone la sede della neo istituita Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Catanzaro e Crotone.

Le due pitagoriche, con la mente offuscata dal più bieco spirito campanilista e nel più assoluto silenzio da parte dei loro colleghi parlamentari catanzaresi, Paolo Parentela e Bianca Laura Granato, che si sono guardati bene dal proferire la benché minima parola in difesa della loro città, avevano inondato tutti i canali mediatici indirizzando parole di fuoco contro il mondo intero che, a loro dire, osava impedire la realizzazione di un sacrosanto diritto e si avventuravano in slogan da stadio.

E, nella loro foga rossoblu, Crotone diventava la città perfetta per accogliere la nuova Soprintendenza, anche se, in uno sprazzo di lucidità, gli scappava di ammettere che l’Ufficio del Mibact sarebbe nato “già carico di problemi, che vanno dalle difficoltà logistiche alla mancanza di personale giacché i dipendenti residui sono appena tre”.

E, in effetti, le due pentastellate sapevano benissimo che anche nella stessa città di Crotone si erano levate autorevoli voci critiche in ordine alla scelta operata dal ministro Franceschini.

Voci che sostenevano che per Crotone non fosse il momento giusto per un provvedimento di quella portata per via dei reperti di palazzo Morelli sfrattati, per il castello chiuso ai turisti insieme alla biblioteca e al museo civico, per il bastione Toledo con la pinacoteca e l’Ufficio beni culturali (con gli archivi e le schedature) del Comune chiuso da anni, per i progetti di valorizzazione avviati e richiusi nel cassetto, per l’Archivio di Stato ancora in attesa di essere allocato dall’istituzione della provincia.

Insomma, non proprio la città più idonea per ospitare degnamente una Sede di Soprintendenza.

L’esatto opposto di Catanzaro che, oltre al ruolo prestigioso che ricopre da tempo immemorabile di città guida della Calabria, vanta una storia che affonda le proprie radici nel paleolitico e nel neolitico – i cui reperti sono custoditi nel Museo Archeologico cittadino – e che riverbera anche in epoca protostorica con la figura del mitico Italo e delle sue genti insediate nell’istmo di Catanzaro, da cui si irradiò per tutta la Penisola il nome Italia, come ci viene tramandato dai massimi autori classici quali Antioco di Siracusa, Tucidide, Aristotele, Virgilio, Dionigi di Alicarnasso e Strabone.

Né Catanzaro, farebbero bene a ricordare i fivestars Corrado, Barbuto, Parentela e Granato, trae meriti di carattere culturale solamente dai fasti di un passato remoto, pure di straordinaria importanza.

Nel territorio comunale e nelle sue immediate vicinanze, infatti, sono oggi presenti il Parco Archeologico di Scolacium, il vasto e ancora poco indagato insediamento nell’area fluviale catanzarese del Corace con emergenze che vanno dal III millennio a.C. fino al V secolo d.C., nonché tutta una diffusa e cospicua testimonianza di architetture risalenti al periodo bizantino e normanno.

La città, inoltre, è arricchita da una imponente e prestigiosa rete museale che ospita e rende fruibili reperti che vanno dalla preistoria, alla storia della chiesa e delle scienze militari, fino all’arte moderna e contemporanea fra cui, non ultimo, il grandioso Parco della Biodiversità Mediterranea che accoglie il prestigioso Parco Internazionale delle Sculture, ricco di capolavori di artisti contemporanei la cui fama colloca Catanzaro ai vertici della cultura europea e mondiale.

Infine, ma non per ultimi, a fare pendere ulteriormente la bilancia in favore di Catanzaro, valgono i dati ufficiali attestati dal Mibact relativi alle tutele ed ai vincoli dei beni archeologici, architettonici e paesaggistici esistenti nelle province di Catanzaro e Crotone.

La classifica non lascia alcun dubbio poiché in tutte e tre le categorie Catanzaro e la sua provincia superano abbondantemente Crotone e il suo territorio provinciale.

Non ci appassionano i cavilli giuridici e le interpretazioni lessicali dell’ordinanza del TAR Calabria che ha fissato l’udienza di merito al prossimo 10 novembre né, tantomeno, facciamo ricorso a linguaggio sboccato che non è nei nostri costumi – contrariamente a quanto fanno le gemelle grilline sulle sponde dell’Esaro – perché siamo sicuri che i giudici amministrativi sapranno riconoscere le giuste ragioni di Catanzaro contro le velleità campaniliste di Crotone“.